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Arrestato uomo di fiducia del super latitante Matteo Messina Denaro


Un altro passo avanti per la Procura di Palermo nello smantellamento delle attività collegate al latitante più tristemente noto di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Gli agenti della Dia hanno arrestato Nicolò Clemente, imprenditore di 48 anni da sempre vicino alla famiglia Messina Denaro e inserito nell'organigramma di Cosa nostra della Valle del Belice, oltre ad aver sequestrato due imprese, la Calcestruzzi Castelvetrano e la Clemente costruzioni.


Un legame, quello tra la famiglia Clemente e quella del latitante dal lontano 1993, che oltre ad avere radici profonde è costellato di episodi che ne nel tempo lo hanno rafforzato e suggellato, basti pensare alla vicenda di Giuseppe Clemente, fratello dell'arrestato, uno dei membri di spicco della criminalità di Castelvetrano e fidatissimo dei Messina Denaro, suicida in carcere nel 2008 per proteggere i segreti del boss di Cosa nostra. Lo spietato killer preferì togliersi la vita che correre il rischio di essere tentato dal collaborare con la giustizia.


Oltre all'attività di riciclaggio effettuata dalle imprese sequestrate e a lui ricollegate, il nome di Nicolò Clemente compare nella relazione del Prefetto che ha portato, lo scorso anno, allo scioglimento della giunta comunale di Castelvetrano per infiltrazioni mafiose. L'imprenditore, grazie ai suoi rapporti di vicinanza con la cosca siciliana, avrebbe avuto pieno appoggio da parte di amministratori e funzionari pubblici conniventi. Incastrato dalle rivelazioni di diversi pentiti, Clemente utilizzava la propria posizione di preminenza nel settore edilizio attuando azioni di "mafia imprenditoriale", intimidendo e inibendo la concorrenza nel settore, imponendo il proprio calcestruzzo per le costruzioni, sia pubbliche che private, della zona.


A causa dei numerosi arresti subiti dai Messina Denaro, dalle intercettazioni ambientali è emerso che Nicolò Clemente aveva preso le redini degli affari della famiglia mafiosa, elemento confermato anche dalla presenza dell'imprenditore a numerosi summit tra criminali e dai contatti stretti che intratteneva con altri membri di spicco di Cosa nostra sparsi per il territorio siciliano, su tutti il boss di Mazara Dario Messina, arrestato lo scorso mese nell'ambito dell'operazione denominata "Anno Zero".

Nella notte poi agenti della Dia di Trapani, congiuntamente ai poliziotti dello Sco, Servizio Centrale Operativo, e delle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, hanno eseguito anche diverse perquisizioni, destinatari numerosi presunti esponenti mafiosi castelvetranesi. 

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