
D'ora in avanti anche i parlamentari di maggioranza e opposizione locali, appartenenti cioè al collegio più prossimo al luogo d'interesse dell'incontro, potranno partecipare al Mise alle riunioni plenarie sulla gestione delle crisi di impresa. È quanto si apprende dalla prima delibera che porta la firma del neo Ministro del Lavoro e Sviluppo Economico, Luigi Di Maio.
La notizia, anticipata in mattinata dallo stesso Di Maio, è stata diffusa tramite post su Facebook dalla senatrice pentastellata Antonella Campagna.
"Un provvedimento", come spiegato dalla senatrice, "che assicura trasparenza e maggiore partecipazione dando la possibilità ai parlamentari di avere un quadro, in presa diretta, sulle trattative tra Governo, azienda e sindacati, che riguardano centinaia di realtà in crisi e la vita di migliaia di lavoratori. Non solo, il provvedimento poi prevede l'attivazione sul sito web del ministero dello Sviluppo economico di un sistema di prenotazione, che deputati e senatori potranno utilizzare per chiedere di prender parte alle riunioni e i criteri da seguire. E' un primo passo, che va nella direzione giusta, è uno dei primi atti del Governo del Cambiamento".
Cosa cambia? A differenza di quanto accaduto sinora, in cui ai tavoli di crisi erano ammesse solamente i soggetti direttamente coinvolti (rappresentanti d'azienda e parti sociali), con questo provvedimento i rappresentanti dei cittadini vigileranno sull'andamento delle trattative, da un lato per garantire vicinanza alle parti più esposte, operai e dipendenti a rischio licenziamento, dall'altra per meglio recepire i bisogni delle aziende nei rapporti coi lavoratori, temi da affrontare in seguito in ambito parlamentare. Nella delibera è comunque specificato che i parlamentari ammessi, in un numero massimo di quattro, da selezionare previa "prenotazione", parteciperanno nelle vesti esclusive di uditori, essendo la diatriba della gestione di crisi aziendali un'attuazione della politica dell'esecutivo e quindi ad esso riconducibile.
Delibera destinata a sollevare un dibattito nel quale si è già tuffato l'ex inquilino del Mise, Carlo Calenda, che ha espresso la sua tramite un Tweet: "Invitare i parlamentari ai tavoli di crisi come disposto da Luigi Di Maio vuol dire politicizzare un lavoro tecnico delicato. Sindacati, aziende, istituzioni locali e nazionali hanno la responsabilità di risolvere le crisi. È un gravissimo errore buttarle nello scontro politico".