Esplosione sul raccordo a Bologna: Conte dai feriti, si ipotizza un colpo di sonno dell'autista

È ancora sotto shock Bologna, città dove ieri ha avuto luogo uno degli incidenti stradali più catastrofici degli ultimi anni. Si parla dell'esplosione di un Tir che trasportava materiale infiammabile, tra la A1 e la A14 in zona Borgo Panigale, che ha causato il crollo del ponte e esplosioni a catena. Sono centoquarantacinque i feriti, mentre è morto carbonizzato il conducente della cisterna. Andrea Ansolin, quarantaduenne vicentino, lavorava per un'impresa di commercio e distribuzione di carburante della provincia di Vicenza ed era un autista esperto, che da molti anni guidava mezzi che trasportano materiale infiammabile. Purtroppo questo è stato il suo ultimo viaggio. Un'esplosione senza precedenti, che ha fatto sussultare tutti i bolognesi che da poco avevano ricordato la strage di trentotto anni fa. Molti avevano infatti pensato a un attacco terroristico, senza minimamente prendere in considerazione l'idea di un incidente.
Il premier Giuseppe Conte, in visita ai feriti negli ospedali prima a Cesena e poi a Bologna, ha detto: «Sono venuto qui per accertare di persona le conseguenze sulle persone e sulle cose del terribile incidente di ieri. Rispetto alla dinamica che si è prospettata e che si è realizzata, possiamo ritenerci fortunati. È stato un terribile incidente, senz'altro, però i feriti sono tutti in via di guarigione». Per questo il presidente del Consiglio ha ringraziato «la macchina di soccorsi, che è stata fantastica, e il personale sanitario». Anche tra i civili si è mostrato un eroe. Riccardo Muci, trentenne di origini leccesi, è stato uno dei primi ad arrivare al cavalcavia della tangenziale, nel momento fatidico. Ha infatti assistito in prima persona al tamponamento di Andrea Ansolin contro il camion che gli stava davanti. Le fiamme dell'incendio sono bastate a fargli immaginare che l’esplosione sarebbe stata imminente. È sceso dalla macchina per soccorrere i primi feriti, urlando ai passanti di scappare prima che fosse troppo tardi. E poi, il botto e l'onda d'urto: Riccardo ha fatto un volo di venti metri. Ricoverato con ustioni gravi in tutto il corpo e successivamente operato d'urgenza al Bufalini di Cesena, fortunatamente non è in pericolo di vita. Gradita pertanto la visita del premier, che gli ha stretto la mano in segno di gratitudine come mostrano alcune foto pubblicate da palazzo Chigi. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invece chiamato il sindaco di Bologna Virginio Merola, che è rientrato dalle ferie, per esprimere vicinanza alla città.

Altrettanti complimenti nonché ringraziamenti sono dovuti alle forze dell'ordine, che si sono subito adoperate affinché il numero delle vittime non aumentasse vertiginosamente. Undici i carabinieri rimasti feriti che, dalla caserma non lontana dal luogo dell'incidente, si sono precipitati in borghese in mezzo di strada, armati solo con delle palette. Hanno bloccato il traffico vicino al ponte e allontanato i passanti, invitando tutti a chiudersi in casa. È anche grazie a loro se il numero dei feriti non è stato ancor più alto. Molte delle persone coinvolte, comunque, sono in gravi condizioni. Un quarantunenne è in prognosi riservata, ed è ricoverato al Centro grandi ustioni di Parma. Ha infatti riportato bruciature molto profonde a seguito dell'incidente. Nello stesso Centro è ricoverata anche una quarantaduenne, in condizioni stabili e non in pericolo di vita.
Per quanto riguarda la viabilità, sono state riaperte questa mattina una carreggiata della A14 con doppio senso di marcia e la direzione Sud della tangenziale. Lo annuncia il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli su Twitter: «Dopo la tragedia, è una prima risposta, importante anche se parziale, per rendere più fluido traffico. Ora tutta la verità sul gravissimo incidente». I tecnici hanno confermato la transitabilità del tratto nella carreggiata opposta a quello crollata, alle ore 9:25 è stato riaperto il Raccordo di Casalecchio in entrambe le direzioni. Scrive in una nota Autostrade per l'Italia: «L’obiettivo di far riprendere il più rapidamente possibile la circolazione è stato raggiunto predisponendo uno scambio di carreggiata, che consente agli utenti provenienti da Firenze di raggiungere la A14 tramite una corsia in deviazione sulla carreggiata opposta. Riaperto anche il tratto di tangenziale compreso tra gli svincoli 2 e 3 in direzione dell'A1, tratto che rimane invece chiuso in direzione dell'A14. La deviazione in atto non riguarda coloro che dalla A1 provenendo da Milano sono diretti verso la A14, e viceversa, il cui percorso resta quindi inalterato».
Per quanto riguarda le cause, il procuratore di Bologna Giuseppe Amato sottolinea l'importanza della registrazione delle immagini dell'incidente, dati inconfutabili che sicuramente aiuteranno a comprendere meglio le dinamiche dell'impatto. «Potrebbe esserci stato forse un momento di distrazione o un colpo di sonno ma è troppo presto per dirlo con certezza», ha commentato il procuratore. Si esclude al momento, in merito al crollo del cavalcavia, responsabilità di altri: «Mi pare che ci sia un evidente nesso di casualità immediato», ha affermato il magistrato, «per cui l'implosione del ponte non è correlata ad un possibile difetto di costruzione». Amato ha annunciato che sulla vicenda è stato aperto un «fascicolo a carico di ignoti dove si ipotizza il disastro colposo e ovviamente il reato di omicidio, lesioni colpose stradali plurime».
Rispetto alle indagini in corso il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Michele Dell'Orco, dichiara: «Le cause dell'incidente ancora non si sanno, al momento si parla di distrazione alla guida». Per questo, «visto che pare si tratti dell'ennesimo episodio di questo tipo, sicuramente il Parlamento dovrà intervenire sul codice della strada per inasprire se necessario le pene, ad esempio per chi guida con uno smartphone». Dell'Orco pone inoltre l'attenzione anche sul danno economico: cinquecentomila euro secondo la prima stima. «Si parla di danni potenziali per sanare e ripristinare autostrada e tangenziale», afferma.
Anche Conte e la Cei si sono espressi in merito alle cause dell'incidente, con l'obiettivo di evitare che episodi simili si ripetano. Parlando all'ospedale Maggiore di Bologna il premier ha affermato: «Noi dobbiamo capire quello che è successo per prevenire tragedie del genere. Non si tratta di annunciare nuove prescrizioni legislative, anche perché non sembrerebbe che ci siano smagliature nella legislazione vigente». Particolare attenzione è stata riservata sull'estensione dell'articolo 10 del Codice della strada non solo al trasporto eccezionale, ma anche al trasporto del Gpl.
Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, invece, ha ritenuto più opportuno evidenziare la pericolosità del veicolo in sé: «In un periodo in cui le nostre autostrade sono prese d'assalto dalle auto mi chiedo quanto sia prudente che delle autocisterne, che sono delle autentiche bombe su ruote, possano circolare in questo modo. Senza accorgimenti e senza sicurezza. Alle vittime della tangenziale di Borgo Panigale va la mia più profonda tristezza e il mio cordoglio».
di Alessio La Greca