Genova, Autostrade risarcisce le famiglie coinvolte nel crollo: demolizione imminente

Ormai il danno è fatto, e pensare di poter continuare a viaggiare sui resti di un ponte che ha già dato prova della sua instabilità, riempiendo il vuoto che si è venuto a creare con una struttura provvisoria e esterna al progetto iniziale, è roba da matti. Per la sicurezza dei genovesi ma più in generale di tutte quelle persone che si sono servite e si serviranno di quel viadotto, è bene ripartire da zero e creare una struttura più solida e stabile. Ma i problemi, ovviamente, non tardano ad arrivare.
Lo stesso governatore della Liguria e commissario per l'emergenza di ponte Morandi, Giovanni Toti, ha espresso le sue perplessità: «Noi restiamo convinti che ci vorrà un anno di tempo tra l'abbattimento di ponte Morandi e la costruzione di un nuovo ponte. Credo che la demolizione totale del manufatto comporterà più tempo del previsto. Questo dipende anche dal piano. Noi non sappiamo come reagirà il ponte alle sollecitazioni né cosa comporterà il piano, quali sono le traiettorie di crollo durante la demolizione, cosa comporterà la messa in sicurezza. Direi una bugia se dicessi quali case verranno abbattute, in quale sequenza e quanti potranno rientrare». Perché un altro problema sono anche le case. Non solo quelle già schiacciate e polverizzate dal ponte, ma anche quelle che ancora tremano sotto di lui al solo pensiero che da un momento all'altro potrebbero cadergli tonnellate di peso in testa. Anzi, sul tetto. Bisognerà abbatterle per poter demolire il ponte e iniziare la costruzione di un nuovo progetto. Ciò significa che molte famiglie dovranno fare i bagagli e traslocare al più presto, dicendo addio a quelle pareti che li hanno accompagnati per tempi più o meno lunghi, e che hanno sempre fatto il loro dovere, proteggendo chi vi abitava al loro interno. Ora, però, la loro corsa è finita, e saranno costrette ad essere distrutte senza colpa, se non quella di trovarsi in un luogo "scomodo" e non potersene andare. C'è stata una riunione fiume su modi e tempi della demolizione. Per almeno cinque ore negli uffici della Regione il commissario Giovanni Toti ha ascoltato Società Autostrade per voce dell'ingegner Stefano Marigliani, direttore del Tronco di Genova. Una riunione importante, data la partecipazione anche di magistrati: il procuratore Francesco Cozzi, l'aggiunto Paolo D'Ovidio e con loro l'esperto del Politecnico di Milano Pier Giorgio Malerba, consulente della procura. E ancora il prefetto Fiamma Spena, il sindaco Marco Bucci, i tecnici di Comune e Regione.
Riguardo al ponte conferma, sempre Giovanni Toti, al termine dell'incontro con Autostrade, che «Il ponte lo abbatteremo di sicuro. Nel giro di cinque giorni lavorativi verrà presentato alla struttura commissariale il piano o più piani di Autostrade per demolire il manufatto. L'intero ponte sarà demolito, ma non è detto che venga usato l'esplosivo. E qualora venisse usato non sappiamo dire come impatterà sulle abitazioni sottostanti».
Altre informazioni pervengono dal procuratore Cozzi che, prima della conclusione della riunione, e facendo capire che l'incontro si è svolto in due fasi, ha detto «no, non abbiamo al momento dato autorizzazioni». Per adesso, quindi, la procura non ha autorizzato il dissequestro dei monconi di ponte Morandi, nulla osta necessario per l'eventuale abbattimento. Toti poi ha sottolineato che «le esigenze di giustizia non intralceranno i lavori per la demolizione e ricostruzione». Intanto Autostrade ha versato contributi economici alle prime venticinque famiglie coinvolte nel crollo. «Sono stati disposti i bonifici con valuta 24 agosto», fa sapere la società che sottolinea come siano state cinquantanove le famiglie che hanno fatto richiesta di risarcimento tra martedì e mercoledì e altre quarantuno lo hanno fatto in giornata. Settecentoquattordici mila gli euro versati finora a queste famiglie, contributi economici necessari per tutte loro. La cifra salirà a circa 1,5 milioni lunedì, quando andranno in pagamento gli ulteriori novanta nuovi bonifici già predisposti. In totale sono già centosettantatre le famiglie che si sono rivolte ai due punti di contatto aperti da Autostrade a Genova presso il Centro Civico Buranello e la Scuola Caffaro in collaborazione con il Comune e Regione, pari a circa il settanta per cento delle duecentocinquantadue famiglie che sono state sfollate dopo il crollo del viadotto. I contributi erogati da Autostrade si aggiungono agli indennizzi che spetteranno alle famiglie che hanno perso la casa, a quelli per i familiari delle vittime e a quelli per i feriti. Alla fine, tutti coloro che dovranno subire questo trasloco forzato e che hanno perso la propria dimora verranno risarciti da Autostrade.
A fornire un primo termine di inizio delle operazioni è il sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti Edoardo Rixi. «Per i primi di settembre, direi entro la prima settimana, potremmo iniziare la demolizione di ponte Morandi», afferma. Per quanto riguarda i tempi che l'operazione comporterà, «questo dipende dalla tecnica che verrà usata e da quanti cantieri in contemporanea si riesce ad aprire. Penso comunque», aggiunge Rixi, «che si vada verso un mix tra l'utilizzo di microcariche esplosive e smontaggio».
di Alessio la Greca