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L'inchiesta sullo stadio della Roma travolge anche Giovanni Malagò



L'inchiesta sullo Stadio della Roma travolge anche il numero uno dello sport. È infatti indagato Giovanni Malagò, presidente del Coni, il quale, secondo gli inquirenti, avrebbe ottenuto utilità dall'imprenditore Luca Parnasi, finito in carcere con l'accusa di corruzione al fine di favorire la realizzazione del futuro stadio della Roma.

La posizione del numero uno del Coni, ancora tutta da chiarire, è contestata sulla base di diverse intercettazioni in cui risulta coinvolto, alcune riguardanti ipotetici incontri con lo stesso Parnasi, in merito a un altro impianto, quello del Milan e su presunti favori dell'imprenditore a vantaggio del "genero" di Malagò, il fidanzato della figlia.


Nel fascicolo consegnato al pm Paolo Ielo dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma è dedicato un intero capitolo al rapporto, definito "di amicizia", fra l'imprenditore in manette e il presidente del Coni.

Primo elemento alla base dell'accusa sarebbe un'intermediazione effettuata da Malagò, che avrebbe messo in contatto Parnasi con l'ex Ministro dello sport e braccio destro di Matteo Renzi, Luca Lotti. In un'intercettazione datata giugno 2017 il costruttore rivela a Mauro Baldissoni, dg della As Roma, di aver ottenuto, grazie alla mediazione di Malagò, la possibilità di incontrare Lotti, il cui intervento sarebbe poi risultato determinante ai fini di sbloccare lo stallo nella conferenza dei servizi, quando arrivarono dal Governo rassicurazioni sulla partecipazione pubblica nella spesa per la costruzione del ponte di Traiano.


Per quanto concerne il fronte Milan, altra società impegnata sul tema stadio, sarebbe oggetto di indagine una conversazione fra Parnasi e Alessandro Sorbone, collaboratore del dg del Milan Marco Fassone, nella quale il costruttore romano manifesta la sua intenzione di coinvolgere Malagò, chiedendogli un supporto per il progetto. Lo stesso Malagò, stando alle parole di Parnasi, sarebbe infatti in "ottimi rapporti" con la dirigenza rossonera.


Altra evidenza al vaglio degli inquirenti sarebbe quella legata al "problema" parcheggi per l'opera di Tor di Valle, materia di competenza del Cis (comitato impiantistica sportiva), a cui spetta l'ultima parola nell'ambito di lavori a impianti che superino il milione di euro. È il 19 settembre 2017 quando uno degli uomini di Parnasi, Simone Contasta, viene a conoscenza del parere negativo da parte di un funzionario del Coni, tale Lucio Scorretti, in merito al progetto per lo spazio posti auto previsto per l'impianto romano, giudicato non a norma di legge e quindi da rettificare. Contasta cerca sponda nel dirigente del Coni Attilio Magni, che però si rifiuta di non redigere il verbale di Scorretti. Un bel problema e a quel punto il collaboratore di Parnasi, dopo aver informato lo stesso imprenditore e Baldissoni, avvicina Malagò per fissare un incontro in cui fosse presente anche Scorretti. Il contenuto di quella vicenda, qualora mai si fosse concretizzata, non è disponibile, ma sta di fatto che il 21 novembre dello stesso anno, il problema viene considerato risolto.


Il nome di Malagò torna poi a circolare, questa volta in maniera più esplicita, attorno a un incontro avvenuto l'11 marzo presso il Circolo Canottieri Aniene, di cui è proprietario, tra Parnasi, il presidente del Coni e Gregorio, identificato poi come il fidanzato della figlia.

Motivo del colloquio l'intento di "trovare un'intesa professionale" che coinvolga il "genero" negli affari del costruttore romano e al termine del quale, in una riunione presso la sede di Eurnova in via Emilia a Roma, l'imprenditore proporrà a Gregorio di collaborare con Simone Contasta, quale asset manager.


Presa conoscenza dell'indagine a suo carico, Giovanni Malagò, per voce di un comunicato emanato in mattinata dal Coni, "ha disposto al suo legale, Carlo Longari, di chiedere alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma di essere interrogato quanto prima per chiarire la sua posizione".


Il tutto mentre in mattinata Luca Parnasi si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al gip Giulio Fanales nel carcere di San Vittore e il sindaco della capitale Virgina Raggi si è recata nel pomeriggio, in qualità di testimone, nel tribunale di Piazzale Clodio per riferire in merito alla vicenda Lanzalone.


Alessandro Leproux

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