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Mose, presentata oggi relazione tecnica da Codacons: bloccare l’opera per scongiurare il collasso


La barriera fra la laguna di Venezia e il Mar Adriatico, Modulo Sperimentale Elettromeccanico (MOSE), mai completata, tra ritardi, scandali giudiziari e miliardi di euro, è da giorni al centro di grandi polemiche a causa degli ingenti danni provocati a Venezia.

Il Codacons deposita oggi una perizia tecnica al consiglio di Stato che dovrà decidere se bloccare l’opera, la cui consegna è prevista per il 31 dicembre del 2021, perchè ritenuta non solo inutile, ma addirittura dannosa nel caso in cui le paratoie dovessero entrare in funzione.

La perizia, redatta da un team di esperti nel campo dell’ingegneria marina e offshore di cui fanno parte l’Ing. Vincenzo Di Tella, Ing. Gaetano Sebastiani e l’Ing. Paolo Vielmo, si sofferma sulle prove e sui test eseguiti sia a Delft, sia a Voltabarozzo, analizzando tutti gli atti tecnici relativi al Mose acquisiti dal Codacons attraverso formali istanze d’accesso. Si legge nella relazione tecnica:

“Sulla base dei documenti acquisiti agli atti, abbiamo trovato preciso riscontro alle nostre precedenti osservazioni che invalidano in modo assoluto la modalità della modellazione fatta a Voltabarozzo per la progettazione delle paratoie Mose. Gli esperti internazionali che avevano esaminato il progetto di massima con le prove fatte a Delft, avevano rilevato la presenza della risonanza sub-armonica e avevano raccomandato l’uso di strumenti analitici per determinare il comportamento dinamico reale delle paratoie. Il Consorzio non solo ha disatteso questa raccomandazione, ma senza tener conto delle prove fatte a Delft ha presentato il progetto fatto solo sulla base di prove su modello in scale piccolissime con modelli assolutamente inadatti. Il Comitato Tecnico di Magistratura ha approvato il progetto definitivo con un errore tecnico scrivendo: la risonanza sub-armonica che si ha in mare regolare ovvero con onde monocromatiche scompare nelle prove in mare irregolare. Nei documenti agli atti da noi esaminati nelle prove fatte a Delft e successivamente anche a Voltabarozzo è del tutto evidente che quando c’è risonanza sub armonica in mare regolare la stessa si ha anche in mare irregolare. Il progetto è proseguito con l’approvazione basata su questo falso. Le vasche di prova usate a Voltabarozzo per le prove in scala 1/30 e 1/10, per cercare di dimostrare l’assenza dell’effetto scala, non sono in scala tra loro e non sono assolutamente adatte a eseguire prove in quelle scale e pertanto i risultati sono fuorvianti. Non essendo i due modelli in scala tra loro si falsa pesantemente ogni raffronto che se ne può fare. La pretesa di analizzare le prove di presunta oscillazione libera per determinare lo smorzamento viscoso con l’equazione valida per i fluidi perfetti è un assurdo tecnico, come da noi indicato, e come chiaramente certificato nel rapporto delle prove a Delft. Onde misurate davanti alla schiera di paratoie con paratoie alzate non sono quelle agenti reali perché contengono anche le onde radiate dalle paratoie. Le onde che agiscono sulle paratoie vanno misurate in corrispondenza della schiera con paratoie abbassate e disponendo, ovviamente, di una vasca di dimensioni adeguate alla scala del modello. Il progetto strutturale delle paratoie, considerate nella fase di funzionamento come strutture allagate statiche soggette a battenti d’acqua costanti, anche se queste sono state modellate strutturalmente a regola d’arte, manca dei dati di input corretti e quindi i risultati ottenuti non sono affidabili: la validità e sicurezza dei dimensionamenti strutturali dipende direttamente dalle condizioni di carico agenti e non può essere migliore di quella delle condizioni di carico: l’assunzione di condizioni di carico scorrette o carenti comporta un’analisi strutturale errata e inaffidabile. In queste condizioni la sperimentazione al vero del sistema Mose per una durata di pochi anni, prima della messa in esercizio, è un azzardo, in quanto non è detto che nel periodo di prova si manifestino condizioni rappresentative dell’intera gamma delle condizioni di progetto e quindi non può essere conclusiva, oppure può essere estremamente rischiosa ove si manifestassero particolari condizioni d’onda che, come appare da rilevanti indizi emersi nelle prove su modello, possono portare il sistema al collasso con conseguenze facilmente immaginabili.”


Se, come riportato dalla perizia, il rischio del collasso è reale, il MOSE, il gioiello, la punta di diamante dell’amministrazione Zaia del Governo Berlusconi, a distanza di anni e con Venezia in ginocchio, risulterebbe essere non la soluzione, ma il pericolo più grande e come la marea che aggredisce Venezia vengono a galla le responsabilità di Galan, politico di spicco di Forza Italia. Il Veneto, da sempre regione modello in Italia ed in Europa, a trazione leghista, almeno sembra, rischia di vedere affondare, insieme a Venezia, un mare di miliardi di euro presumibilmente finiti in tangenti e corruzione. Altro motivo per cui Codacons chiede di sospendere tutte le procedure di realizzazione del Mose.


di Camilla Taviti

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