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Nuda, senza vita nella piscina dell'anziano amante: è omicidio?


Dal settimanale "Giallo"


"Siamo disperati e scioccati. Era la luce, il sole della nostra vita... Ho pensato tanto se e come scrivere questo messaggio, ma poi questo fatto orribile che ha toccato la mia famiglia mi ha convinto, anche perché ne parlano tutti: mia sorella Josephine è stata uccisa! Io credo che l’omicidio sia avvenuto nella sua stanza. Sono convinta che sia stata colpita appena uscita dalla doccia e poi spinta in piscina per far credere che fosse annegata... Non so chi possa averlo fatto, non riesco a capire più nulla. Chiedo solo la verità e di pregare per lei, che era così solare, allegra e forte». A scrivere queste sconvolgenti e dolorose parole su Facebook, riportate in esclusiva su Giallo da Laura Marinaro, è stata Tina Odijie, una delle sorelle minori di Josephine Odijie, 35 anni, nigeriana, trovata morta nella piscina della casa del suo compagno a Reghinera di Cavacurta, un borgo agricolo a pochi chilometri da Lodi. Era domenica 3 giugno. Che è successo alla bellissima Josephine? È stata davvero uccisa? Quel che è certo è che il suo decesso è un giallo, che stanno tentando di risolvere i carabinieri di Codogno coordinati dal procuratore di Lodi Domenico Chiaro. All’inizio si era pensato a una disgrazia, ma ora si indaga per omicidio. Il suo corpo, nudo, era sul fondo della piscina, che però, era quasi vuota. C’era, infatti, pochissima acqua. I risultati definitivi dell’autopsia e dell’esame tossicologico non sono ancora arrivati, ma il medico legale ha già concluso che Josephine è deceduta per annegamento. Ha escluso, invece, che abbia avuto un malore o una congestione perché il suo stomaco era vuoto. Sul corpo,  però, in particolare sulle gambe e sui gomiti, ci sono lividi sospetti che non sembrerebbero legati alla caduta in piscina e che vanno analizzati per capire se siano la conseguenza di botte o violenze. Purtroppo non si può dire nulla di definitivo. L’autopsia ha anche stabilito l’ora della morte: nella notte tra sabato e domenica, mentre la giovane era a casa da sola.

Il suo compagno, infatti, Stefano Acerbi, imprenditore agricolo di 78 anni, a cui era legata da 8 anni, era in barca con gli amici in Toscana per il weekend. Perché Josephine non era con lui? Avrebbe dovuto sostenere il lunedì successivo un esame per diventare infermiera e quindi aveva preferito rimanere a casa. In attesa di avere certezze sulle cause della morte di Josephine Odijie, i carabinieri sembrerebbero avere già escluso che la giovane sia morta per le conseguenze di una rapina. La casa di Josephine, un appartamento a 100 metri dalla cascina principale, era in disordine, ma gioielli e preziosi erano al loro posto. Non è stato portato via nulla. Allora cerchiamo di ricostruire cos’è successo e di capire perché, secondo la sorella, Josephine sarebbe stata assassinata.  Josephine Odijie era in Italia da molti anni. Aveva conosciuto Stefano Acerbi a Milano otto anni fa in un negozio di abbigliamento del centro, dove lei faceva la commessa. Era scoccata la scintilla ed era nata una storia. Acerbi è un imprenditore molto conosciuto. Ricopre anche un’importante carica in Confagricoltura. Ha raccontato l’uomo: «Io e Josephine ci siamo subito piaciuti ed è nato un bel rapporto che durava da otto anni. Era venuta a vivere qui a Cavacurta. Da due anni aveva un suo appartamento a 100 metri dalla cascina di famiglia, che è un agriturismo. Io l’aiutavo, anche economicamente, perché credevo in lei. Non era partita con me perché il lunedì successivo avrebbe dovuto sostenere l’esame per le professioni sanitarie. Non posso credere che sia stata uccisa. Perché qualcuno avrebbe dovuto farle del male? Era una brava ragazza benvoluta da tutti...». Dunque, il suo compagno è convinto che sia stata una tragedia. Forse Josephine, rimasta da sola nella sua casa di  Cavacurta, ha pensato di fare un bagno in piscina e lì si è consumata la tragedia. Era sera tardi, la zona non è illuminata,  nessuno ha visto o sentito nulla e non ci sono telecamere di sorveglianza. Ma perché era nuda? La sua casa è distante dalla piscina. Non è pensabile che sia uscita da lì senza abiti. C’è anche una strada da attraversare... E allora era in casa del compagno, proprio di fronte alla piscina? C’era qualcuno con lei? E i suoi vestiti dove sono? Di certo, il compagno l’ha chiamata alle 8 di sera del 2 giugno e poi ancora la mattina del 3, senza mai ricevere risposta.  L’uomo allora ha allertato la vicina che ogni tanto va a fare i lavori domestici. La donna è andata subito alla cascina e ha fatto la tremenda scoperta: Josephine giaceva senza vita, nuda, sul fondo della piscina. Ha lanciato l’allarme e sul posto sono arrivati i carabinieri di Codogno. A quel punto il compagno di Josephine è tornato a casa ed è stato interrogato per cercare di capire chi Josephine frequentasse e che vita facesse. 

Così il vicino di casa: "Era sempre col compagno". L’ultima persona ad averla vista viva sabato pomeriggio è stata un’impiegata del Comune, dove era andata  per sbrigare una pratica per una sua amica. Ha ricordato la donna: «Era tranquilla e allegra». Che cos’è successo dopo? Resta un mistero il lasso di tempo intercorso tra quando ha lasciato il Comune e quand’è stata trovata morta. Che cosa ha fatto? C’era qualcuno con lei? Chi frequentava Josephine? Aveva degli amici? Un vicino ha detto: «L’ho sempre vista accanto al suo compagno o da sola». Per il momento a queste domande non ci sono risposte, ma i carabinieri stanno lavorando. In apparenza la vita di Josephine era senza macchia. Proprio come dice il vicino, la donna non aveva grilli per la testa ed era legatissima al compagno, che negli ultimi tempi le aveva fatto cospicue donazioni di denaro per diverse migliaia di euro. Possono essere i soldi un movente per il suo omicidio, se di omicidio si tratta? Ovviamente sì. Un aiuto alle indagini arriverà dai tabulati telefonici del cellulare di Josephine che permetteranno non solo di ricostruire le ultime ore di vita della donna, ma anche, si spera, la sua vita. In Italia Josephine aveva alcuni parenti. Innanzitutto, la sorella maggiore Stella. Quest’ultima è sposata con un italiano. Era stata lei a portare Josephine in Italia, grazie alla legge sul ricongiungimento famigliare. 


Tina la sorella italiana, invece, che su Facebook ha scritto che Josephine è stata assassinata, vive in Nigeria, ad Abuja. Giallo ha provato a contattare Stella. Disperata, si è giustificata: «Siamo troppo distrutti da questa tragedia per parlare». Tra Stella e Josephine, però, non c’era un buon rapporto. A dirlo è stata l’altra sorella, Tina. Ha dichiarato: «Stella non andava d’accordo con Josephine, eppure credo che lei sappia informazioni molto importanti sulla sua tragica fine. Quando ho sentito Stella, dopo la morte di Josephine, mi ha detto che quella sera nostra sorella aveva bevuto e poi si era sentita male. Ma lei come faceva a saperlo? Chi gliel’ha detto? Sono confusa e disperata, ma sono certa che Josephine sia stata uccisa». In realtà, ancora non si può scartare l’ipotesi del malore. Di certo, sulla cascina di Reghinera cala un’ombra lunga di morte e  di mistero. Quello di Josephine non è l’unico strano decesso avvenuto nei giorni scorsi in quell’angolo remoto di campagna. È morto in circostanze misteriose anche  un uomo di 59 anni. Inizialmente si era pensato che fosse stato stroncato da un malore, mentre era alla guida del suo scooter, poi però la procura ha deciso di effettuare l’autopsia per capire meglio le cause della morte. Il decesso di quest’uomo e quello di Josephine sono collegati? 

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