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Processare Matteo Salvini: l'ossessione della Procura di Torino


Non c'è due senza tre. La Procura di Torino ci riprova: è ormai un'ossessione quella dalle parti della Mole, processare il ministro degli Interni Matteo Salvini per vilipendio.


I fatti contestati risalgono al 2016, quando in un comizio politico a Collegno, nel torinese, l'attuale vicepremier parlò di «Magistratura schifezza», riferendosi a un'ala dell'organo giudiziario che a suo dire «lavorava poco e male, facendo politica e indagando a senso unico, rilasciando pericolosi criminali in meno di 24 ore». E allora nel giro di due anni sono arrivate tre lettere firmate dai magistrati torinesi e indirizzate al primo inquilino di via Arenula, il ministro della Giustizia, carica competente nel vagliare l'autorizzazione a procedere per i magistrati in caso di vilipendio all'organo giudiziario.


Se i primi due tentativi erano caduti nel vuoto con l'allora Guardasigilli Andrea Orlando, i giudici ci hanno riprovato con l'insediamento del grillino Alfonso Bonafede. Da via Arenula fanno sapere che sul fascicolo, assieme ad altri casi analoghi, «è in corso un'istruttoria e il Guardasigilli, che conosce la situazione, il quadro legislativo a cui fa riferimento la procedura con tutte le relative tempistiche, è pienamente consapevole delle prerogative connesse al suo ruolo». Insomma, vedremo se sarà proprio il titolare del dicastero già tirato in ballo dall'inchiesta romana sullo stadio della Roma a sferrare il colpo mancino al governo e a tradire, comunque vada, il primo alleato della squadra dell'esecutivo o i principi di condotta ineccepibile di cui si ammantano i seguaci di Grillo.

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