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Salvini sale al Colle: colloquio con Mattarella sui migranti, resta fuori la questione rimborsi Lega

Un incontro di circa mezzora, un faccia a faccia da ambo le parti definito «proficuo e cordiale», ruotato principalmente attorno ai temi caldi su cui sta operando senza sosta il Viminale. È questo il sunto del colloquio al Quirinale fra il presidente Sergio Mattarella e il ministro degli Interni Matteo Salvini, che hanno discusso delle politiche, soprattutto attorno al nodo migranti, adottate dal ministero presieduto dal leghista, con un accenno particolare alla recente decisione di sigillare i porti italiani anche per le navi militari straniere, che ha suscitato irritazione nel ministro della Difesa Trenta e probabilmente non ha convinto in pieno nemmeno il capo dello Stato.


Fuori dai giochi, almeno stando a quanto trapelato al termine della chiacchierata, il discorso sull'operato dei magistrati inerente al "caso rimborsi" che coinvolge il partito fondato da Umberto Bossi, sebbene qualcuno ipotizzi che Salvini, pur non richiedendo esplicitamente un intervento di Mattarella, che sarebbe tra l'altro al di là delle competenze del presidente, primo garante della Costituzione e dell'indipendenza dei poteri, avrebbe posto la questione da un altro punto di vista, sottolineando come, qualora la Magistratura effettivamente sequestrasse i 49 milioni di euro, la Lega si ritroverebbe fuori dal circuito politico e incapace di operare. Insomma, Salvini ha gettato l'amo nella speranza che chi di dovere possa ascoltare l'appello.


Diversi i dossier al centro dell'incontro sul tema migranti, dalla gestione dell'accoglienza, con il ministro che avrebbe presentato a Mattarella il piano di revisione della spesa in carico all'Italia e prospettato le strategie da adottare nei consessi europei, sino alla rilanciata collaborazione con la Libia, sia nell'ambito delle operazioni di salvataggio in mare che nella lotta al terrorismo internazionale. Sequestro dei beni mafiosi e sicurezza gli altri argomenti principali portati all'attenzione del presidente della Repubblica, che oltre al suo ruolo di "equilibratore" dei poteri, ha l'ultima parola anche sulle operazioni delle forze armate e avrà di certo espresso la sua sulle operazioni internazionali che Salvini vorrebbe abrogare, però in gestione al ministero della Difesa.


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