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Spiagge sicure, i numeri del successo Salvini: «Andiamo avanti, l'anno prossimo ancora meglio»



Mille e settecentoventinove contestazioni amministrative o penali, sequestri di oltre 130mila beni per un valore di 900mila euro, sono alcuni dei numeri dell'esito dell'operazione decoro denominata "Spiagge sicure", promossa per la stagione estiva dal ministro degli Interni Matteo Salvini e fino ad ora considerata un vero e proprio successo in grado di contrastare i fenomeni dell'abusivismo e della commercializzazione di beni e manufatti falsificati.


«Abbiamo imboccato la strada giusta», dice Salvini, secondo cui «l'anno prossimo andrà ancora meglio. Noi andiamo avanti». Un bilancio giudicato dunque positivamente, quello scaturito dall'iniziativa del capo del Viminale, prevista nello stanziamento di circa due milioni e mezzo di euro a disposizione dei sindaci di 54 località rivierasche della Penisola (15 del Nord, 23 del Centro e 16 del Meridione) per un migliore controllo del territorio, in particolare contro contraffazione, commercio abusivo e altre illegalità diffuse nei comuni a spiccata vocazione turistica. Un contributo di massimo 50mila euro per Comune (e un massimo di tre località per provincia), utile anche per rilanciare il lavoro stagionale, con la sottoscrizione di 189 assunzioni a tempo determinato e di quasi 9mila ore di lavoro straordinario effettuato per i controlli. L'operazione è stata pensata in particolare per risollevare le assunzioni tra gli agenti di polizia locale, per il pagamento degli straordinari in sospeso e per l'acquisizione di materiali e mezzi utili a contrastare i fenomeni sopracitati.


Con circa 200mila euro di valore di merce sequestrata, è il Veneto il leader di questa speciale classifica, regione che meglio delle altre ha recepito la direttiva del Viminale, seguita a ruota da Emilia Romagna e Toscana. Un provvedimento che ha riacceso un faro sui controlli su spiagge e località vacanziere, dando un brusco colpo al mercato nero e silenzioso che ogni anno frutta milioni di euro che vanno a finire in tasche decisamente losche e che danneggiano allo stesso tempo il regolare mercato, in particolare con ripercussioni sul made in Italy.

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