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Manovra, ancora una lettera dall’Europa per il debito pubblico italiano


«Il debito pubblico italiano rimane una vulnerabilità cruciale. L'Italia chiarisca gli eventuali fattori rilevanti che possano giustificare lo scostamento dalle correzioni concordate sul rapporto debito/Pil». L'ennesima missiva dal governo europeo arriva proprio mentre il ministro dell'Economia Giovanni Tria era a Berlino, per spiegare al suo omologo tedesco Olaf Scholz «la logica della manovra di bilancio italiana, puntata sulla crescita per ridurre il debito del Paese». Lancia l’allarme anche il presidente della commissione Problemi economici e monetari del parlamento europeo, Roberto Gualtieri, che parla di «elementi di forte preoccupazione» emersi nel corso della visita di una delegazione a Roma, dove ha incontrato Tria e il presidente di Bankitalia Ignazio Visco. Gualtieri rappresenta preoccupazione anche per la manovra: «Sia per il quadro generale dei marcati, sia per misure come il condono fiscale».

Ma Tria e il premier Giuseppe Conte hanno un piano per cercare di evitare l'apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo: sostenere che il disavanzo reale si fermerà al 2% grazie a quanto arriverà dall'incremento della crescita dato dalla manovra espansiva e da meno spesa su pensioni e reddito di cittadinanza.


Insomma i vertici politici e istituzionali continuano a ripetere che la manovra non si tocca, ma centrare gli obiettivi di crescita porterebbe circa 4 miliardi di entrate fiscali in più, portando così il deficit reale al 2,2%. Rimodulando poi le modifiche alla legge Fornero la spesa potrebbe essere tagliata di quasi due miliardi, ad esempio allungando di 9 mesi il tempo di attesa per gli statali e quindi spostando al 2020 una parte della spesa stessa; o dissuadendo i lavoratori del privato col divieto di cumulo delle pensioni. Un avvio più lento del reddito di cittadinanza, che difficilmente potrebbe partire prima di aprile 2019 e dovrebbe poi attendere ulteriormente per le elezioni europee di maggio, poi avrebbe un effetto simile, tagliando il conto di due miliardi, togliendo altri due decimi di Pil e arrivando così al fatidico 2% di deficit effettivo.


Per rispondere alla lettera europea c'è tempo fino al 13 novembre, la stessa della dead line per modificare la manovra. Intanto la legge di bilancio oggi arriva alla Camera dei Deputati tra le forti proteste dell’opposizione, che lamenta il ritardo nella presentazione dell’articolato. Ieri sera vertice tra Conte, Tria e Toninelli, presenti anche il ministro per i rapporti col Parlamento Riccardo Fraccaro e il sottosegretario all’Economia Laura Castelli. Hanno parlato della cabina di regia sugli investimenti e i vitalizi dei consiglieri regionali, oltre a riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza da normare con due disegni di legge collegati alla manovra.


di Paolo dal Dosso

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