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Vacanze rovinate? Quando a sbagliare è l'agenzia viaggi e la partenza diventa un incubo

Vacanze rovinate? A volte neanche si riesce a cominciarle. Un nominativo, un'agenzia e un volo: tutti gli ingredienti per un'odissea ancor prima della partenza



«Agenzie di viaggi: Un'odissea prima della partenza. Se fossimo in uno spot pubblicitario questo slogan potrebbe racchiudere le arrabbiature di mezzo mondo quando si ha a che fare con le società che dovrebbero sistemare le nostre vacanze, sgravarci dall'annoso peso delle prenotazioni, degli orari, dei nominativi e delle scadenze, ma che finiscono spesso e tristemente soltanto per avvelenare i giorni precedenti alla partenza, con incomprensioni, errori nelle date, scambi di persona, che finiscono sempre a carico di chi quel servizio lo paga profumatamente.


Possibile che alle porte del 2019, in un mondo digitalizzato e in cui le informazioni rimbalzano da una parte all'altra del globo alla velocità della luce, non sia possibile cambiare il nominativo errato in un biglietto aereo? La notizia, tenetevi forte è che, a quanto pare, se c'è di mezzo un'agenzia di viaggi, è proprio così. O meglio, il biglietto si può naturalmente sostituire con un altro nuovo, integro e fresco di stampa a costo pieno e se si è fortunati si può ottenere il rimborso delle tasse aeroportuali, pari circa un ventesimo delle spese totali.

Basterebbe un po' di attenzione al momento della prenotazione, direbbe qualcuno, ma è comunque sconcertante che una persona possa spendere centinaia, se non migliaia, di euro per una tratta aerea col rischio di ritrovarsi il nome sbagliato sul biglietto per una semplice incomprensione, magari dovuta a una telefonata in precarie condizioni di linea.

Di lì in poi è tutto un susseguirsi di rimbalzi e scarichi di responsabilità.


1) Il primo passo del cittadino fregato è, a rigore di logica, quello di contattare la compagnia titolare del biglietto venduto dall'agenzia. Dopo un susseguirsi di musiche di attesa, il simpatico operatore, dalla Romania o da altre regioni del mondo, in un perfetto italiano, vi risponderà che cambiare nominativo è un gioco da ragazzi, ma purtroppo non è possibile se il biglietto è stato stampato da un ente terzo, in questo caso l'agenzia di viaggi.


2) Il secondo passo dell'onesto fruitore del disservizio sarà allora quello di contattare l'agenzia, che prontamente però attribuirà al malcapitato l'errore di dettatura del nominativo o all'infausta sorte, ma in nessun caso a una responsabilità diretta dell'agenzia che così si tirerà fuori dal guaio e non vi dovrà nemmeno una lira, un euro, o un soldo bucato. L'aitante operatore poi, nel climax ascendente della fregatura che ormai vi dilania, potrebbe arrivare a proporvi un nuovo biglietto, con costo pari a quello precedente, ingolosendovi però con la promessa, udite udite, di rimborsarvi le tasse aeroportuali, pari a circa venti euro a fronte di una spesa, esempio, di quattrocento e passa euro. Guai in ogni caso a fargli presente che è assurdo dover ricomprare un qualcosa che si è pagato soltanto poche ore prima e soltanto per una questione formale di prenotazione. Guai! Peste vi colga! Sempre lo stesso operatore di prima, con fare baldanzoso, come di chi parla con uno scemo sceso dalla montagna del sapone, vi dirà che si può cambiare il nominativo soltanto in caso di "piccolo" errore, ovvero della sostituzione di massimo tre lettere dal nominativo completo. Follia pura, secondo voi, eppure la ragione sta dalla loro.


Al termine di questa breve storia triste resta soltanto la delusione di chi prende coscienza che, mentre l'umanità progetta ambiziosi viaggi su Marte o villeggiature in orbita lunare, cambiare il nome ad un biglietto anche di tratta nazionale da città a città dello stesso Paese sia uno scoglio insormontabile su cui ancora la scienza non si è evidentemente pronunciata.

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