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Vilipendio della religione islamica. Belpietro assolto per la seconda volta


Assolto perché «il fatto non sussiste» dall'accusa di vilipendio verso coloro che professano la religione islamica. Maurizio Belpietro, già direttore del quotidiano Libero fondato da Vittorio Feltri, non è insomma responsabile del titolo apparso sul quotidiano l'8 gennaio 2015, che apriva la testata con «Questo è l'Islam», all'indomani dell'attentato terroristico alla redazione della rivista satirica francese Charlie Hebdo.


Il giudice del tribunale di Milano, Ombretta Malatesta, non ha accolto la richiesta del pm Piero Basilone di condannare l'attuale direttore de La Verità al pagamento di una multa da 7.500 euro. L'accusa per Belpietro, difeso dall'avvocato Valentina Ramella, era di «vilipendio» verso coloro «che professano la religione islamica» con l'aggravante «di aver commesso il fatto per finalità di discriminazione e di odio religioso» in violazione della legge Mancino del 1993.


Contro il giornalista si era schierato il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza (Caim), costituendosi parte civile nel processo. Si tratta della seconda vittoria in tribunale in pochi mesi per l'ex direttore del quotidiano fondato da Vittorio Feltri, dopo che sempre a Milano è stato assolto a dicembre 2017 per il titolo «Bastardi Islamici» pubblicato sul giornale dopo gli attentati terroristici di Parigi al Bataclan. Anche in quell'occasione il giudice ha stabilito che il fatto non sussiste.

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