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La Raggi tenta la difesa di Marra: «Sulla nomina del fratello ho deciso tutto io»


«Raffaele Marra non aveva nessun potere discrezionale, ha eseguito una mia direttiva per la nomina di nuovi dirigenti». Virginia Raggi risponde alle domande dei pm nel processo che la vede imputata per falso sulla vicenda della nomina a capo dell'Ufficio Turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex capo del personale capitolino. I pm insistono: ma Raffaele non si sarebbe dovuto astenere, come dice la legge? Ma il sindaco di Roma ribadisce:«La scelta era mia, lui non aveva potere discrezionale, si limitava solo a firmare un atto».Raggi ribalta la responsabilità sulla funzionaria capitolina per la prevenzione della corruzione, Mariarosa Turchi: «Se la nomina di Raffaele e Renato Marra non andava bene alla Turchi perché Raffaele si doveva astenere, mi doveva dire di non firmare, che avremmo dovuto trovare un meccanismo. Insomma questa cosa non mi venne rappresentata. Quindi, o è stata disattenta o non c'era alcuna anomalia nel fatto che Raffaele Marra firmasse un'ordinanza che riguardava la sua persona».


La prima cittadina rievoca i fatti e descrive i rapporti col suo ex braccio destro. «Raffaele Marra? Lo conobbi nella primavera del 2016 durante la campagna elettorale, me lo aveva presentato il funzionario capitolino Salvatore Romeo come un grande esperto della macchina amministrativa. Poi quando a giugno fui nominata sindaca, gli chiesi se poteva darci un mano nell'organizzazione di una struttura che mi pareva un po' troppo ingessata e lui si prestò. Lo nominai vicecapo di Gabinetto vicario per la sua capacità di districarsi nelle norme e nei regolamenti. Con lui, ma anche con Frongia e lo stesso Romeo, c'era un rapporto non solo professionale. Capitava di andare a cena tutti assieme». Poi però il rapporto comincia a incrinarsi, i giornali cominciano a pubblicare storie di immobili Enasarco, che portarono al suo arresto nel dicembre 2016, e Raggi ricorda: «Lui continuava a dirmi che era tutto a posto, mi portava documenti per dimostrarmelo ma cominciai ad avere dubbi. Per far fronte agli attacchi pressoché quotidiani della stampa, i miei consiglieri mi suggerirono di spostarlo di incarico e gli feci sapere che lo avrei messo a capo delle Risorse Umane. Lui non la prese bene anche perché ci rimise un po' in termini di stipendio. In estate, poi, gli dissi che trovavo politicamente inopportuno che suo fratello Renato fosse nominato comandante o vice della Polizia Locale con relativo aumento di stipendio. Insomma, iniziai a sentirlo meno rispetto a prima. I rapporti erano buoni ma da parte mia c'era stato un allentamento. E quando scoprii, sempre in base a notizie di stampa, che Renato Marra era passato alla Direzione Turismo migliorando la fascia reddituale prendendo in più 20mila euro lordi all'anno, con tutte le polemiche giornalistiche che ne seguirono, mi arrabbiai moltissimo anche con Raffaele».


Il 9 novembre sarà ascoltata Carla Romana Raineri, capo di Gabinetto per un mese appena dopo l'elezione di Virginia Raggi; si dimise polemicamente, proprio perché disse di essere stata scavalcata nelle sue funzioni da Raffaele Marra e da Salvatore Romeo. L'avvocato del sindaco Raggi ha annunciato che la prima cittadina potrebbe rilasciare dichiarazioni spontanee. E subito dopo ci sarà la sentenza.


di Paolo dal Dosso

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