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Albero di Natale e Presepe, quando smontarli? No, non subito dopo la Befana: cosa dice la tradizione

Quando bisogna smontare l’albero di Natale e il presepe? Secondo la tradizione la data è una e non è quella che molti pensano.

Le feste di Natale si concludono con il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio, quello chiamato anche “della Befana” per la tradizione popolare che vede questo personaggio fantastico arrivare di notte su una scopa e portare i doni ai bambini. Con la conclusione delle festività c’è da smontare albero di Natale e presepe che hanno decorato e allietato il periodo.

Si ritorna alla vita quotidiana, e anche la casa ritrova il mood di prima. Tutte le decorazioni natalizie vengono riposte e conservate per essere poi utilizzate solo l’anno successivo. Così è anche per l’albero e il presepe, che dopo aver contribuito a creare la magica atmosfera del Natale vanno in cantine o ripostigli per ritornare ad essere esposti solo dopo tanti mesi.

L’operazione di smontaggio di albero e presepe di solito porta con sé anche tanta tristezza e i Christmas addicted, gli amanti del Natale per eccellenza, vorrebbero averli in casa tutto l’anno o comunque molto più a lungo. Anche se l’aria di festa intorno non c’è più chi ama queste decorazioni non vorrebbe staccarsene. In realtà l’abitudine di togliere tutto ciò che appartiene alle decorazioni natalizie subito dopo l’Epifania non è del tutto in linea con la tradizione che vorrebbe che si lasciassero per un tempo più lungo.

La data in cui smontare albero di Natale e presepe: il tempo per goderseli è più lungo

Per la religione cattolica, da cui ovviamente nascono le feste di Natale, c’è una data che segna il completamento del periodo in cui si festeggia la nascita di Gesù Cristo. Se il 6 gennaio si commemora l’Epifania del Signore, ovvero la sua manifestazione alle genti rappresentate dai Re Magi che lo adorano portandogli dei doni, c’è un’altra data che ha anche una grande importanza.

Albero di Natale e presepe: quando smontarli esattamente? – spraynews.it

Nonostante non sia una solennità e non venga festeggiata in modo particolare, il 2 febbraio si celebra la Presentazione di Gesù al tempio. Detta anche festa della Candelora, rievoca l’evento secondo cui per le usanze dell’epoca nella religione ebraica 40 giorni dopo la nascita avveniva la presentazione del bambino al tempio. Al tempo stesso si commemora la Purificazione di Maria, sempre secondo le leggi ebraiche del tempo la madre dopo i 40 giorni dal parto di un figlio maschio doveva offrire in sacrificio un agnello o due tortore o due colombi.

Evento importante in cui viene profetizzata la missione messianica del Bambino Gesù, la festa della Presentazione dal tempio conclude di fatto il tempo che ancora lega al Natale. Proprio per questo era uso lasciare i simboli natalizi, l’albero che rappresenta l’elevazione verso il Cielo e il presepe, la rappresentazione della Natività con i personaggi presenti nel racconto evangelico. È un usanza che con il tempo si è perduta, ma chi vuole, ha questa motivazione per lasciare albero e presepe in casa ancora per un po’.

Romana Cordova

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