Caso Ferragni, in arrivo la stretta del governo sulla beneficenza mentre s’allarga il “pandoro-gate”

La premier Meloni ha annunciato nuove norme sulla trasparenza. Dopo il dolce di Natale Balocco, l’influencer è finita nel registro degli indagati anche per le uova di Pasqua Dolci Preziosi e la bambola Trudi

 

In arrivo nuove norme sulla trasparenza delle “attività commerciali con scopo benefico”, ha annunciato ieri in televisione la premier Giorgia Meloni. Il provvedimento arriverà sul tavolo già nel prossimo Consiglio dei ministri, in programma giovedì. Un giro di vite che arriva mentre s’allarga il “pandoro-gate”. Dopo l’iscrizione del registro degli indagati, con l’ipotesi di truffa aggravata, per la campagna di beneficenza legata al dolce griffato Pink Christmas, Chiara Ferragni è finita nel mirino dei pm milanesi anche per le uova di Pasqua di Dolci Preziosi e la bambola di Trudi.

Un quadro emerso dall’atto con cui la Procura di Milano ha sollevato davanti alla Cassazione il conflitto tra uffici del pm sulla competenza a indagare affinché chiarisca a chi spetta portare avanti l’inchiesta sul caso del pandoro (Milano o Cuneo). Con l’influencer risultano indagati i rappresentanti legali delle tre aziende.

L’imprenditrice dal canto suo ribadisce di essere estranea alle accuse contestate. “Siamo totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara, emergerà dalle indagini”, il commento degli avvocati.

La stretta sulla beneficenza

Ospite di Quarta Repubblica, su Rete 4, la presidente del Consiglio è tornata sul caso Ferragni dopo l’intervento dello scorso dicembre dal palco di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. “Gli influencer non sono quelli che fanno soldi a palate mettendo vestiti o borse o promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo servirà solo a pagare cachet milionari”, aveva detto Meloni in quell’occasione.

Secondo la premier, la vicenda ha messo in luce “un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Voluto o non voluto, adesso vi si può incappare“. Da qui la stretta del governo. “Sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, per cosa vanno e quanta parte viene effettivamente destinato a scopo benefico”, ha detto Meloni. Oltre a un giro di vite sui controlli, verrà introdotto anche l’obbligo “di indicare in maniera chiara e netta l’importo dei contributi che si ricevono, e quanto viene destinato alla beneficenza. La parte che non va in beneficenza deve essere rendicontata nel dettaglio“, ha spiegato Manlio Messina, deputato e vicepresidente di FdI alla Camera.

Le nuove regole dell’Agcom

Lo scorso 10 gennaio era già intervenuta l’Autorità per le comunicazioni, con nuove regole sulla trasparenza delle sponsorizzazioni promosse sui social media. L’Agcom ha previsto fra le altre cose che i contenuti di natura pubblicitaria siano chiaramente segnalati e immediatamente riconoscibili.  “In caso di contenuti con inserimento di prodotti, gli influencer sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile”, ha precisato l’Autorità.

Le linee guida messe a punto dall’Agcom per ora si applicano solo a chi ha un grosso seguito, ovvero almeno un milione di follower. È previsto un “meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o all’adeguamento dei contenuti” sui quali “esercitano responsabilità editoriale”.

Gli influencer vengono equiparati ai fornitori di servizi media audiovisivi e sono perciò sottoposti alla disciplina del relativo Testo unico. In questo quadro, sono vincolate a obblighi relativi alla trasparenza societaria e sulla pubblicità, alla tutela dei minori, al rispetto del pluralismo e del principio di non discriminazione. Le multe per chi non si adegua vanno da un minimo di 10mila fino a un massimo di 600mila euro. L’Agcom inoltre ha disposto l‘avvio di un tavolo tecnico per l’adozione di un codice di condotta.

La premier Giorgia Meloni
La premier Giorgia Meloni ospite di Quarta Repubblica | Fotogramma  Mediaset/Rete 4

Pandoro Balocco, l’inchiesta dei pm di Milano

Secondo le toghe milanesi, la 36enne avrebbe lasciato intendere che l’acquisto del pandoro con lo zucchero a velo rosa avrebbe contribuito alla campagna a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. I pm ipotizzano anche l’aggravante della minorata difesa, cioè una condizione di vulnerabilità dei consumatori, perché la presunta truffa è avvenuta in rete.

Le email che inguaiano Ferragni

A mettere nei guai Ferragni e i manager dell’azienda cuneese le email finite nel procedimento dell’Antitrust, che lo scorso dicembre ha multato per pubblicità ingannevole le società dell’influencer (Fenice e Tbs Crew) per oltre un milione di euro e la Balocco per 420mila euro. Dalla corrispondenza, confluita nell’inchiesta della Procura, emerge che “la donazione” all’ospedale pediatrico di 50mila euroè avvenuta nel mese di maggio 2022”, prima della campagna pubblicitaria, senza devolvere un euro del ricavato della vendita del pandoro.

Emblematica la missiva di un dipendente della Balocco: “Mi verrebbe da rispondere” che “in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante”, dice in riferimento al milione di euro versato all’influencer per la licenza dei marchi e la realizzazione dei contenuti pubblicitari. E sembra che l’azienda fosse consapevole del pericolo, come svela un’altra email contenuta nella ventina di pagine con cui l’Agcm ha motivato la sanzione. “Per me ok ma massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole correlata alle vendite”.

Chiara Ferragni e le uova di Pasqua
Chiara Ferragni e le uova di Pasqua Dolci Preziosi | Foto Instagram @chiaraferragnibrand

Le uova di Pasqua Dolci Preziosi

Nel caso della campagna di beneficenza legata alle uova di Pasqua Dolci Preziosi, il sospetto delle toghe milanesi è che la promozione messa in piedi per il dolce al cioccolato tra 2021 e 2022 abbia seguito lo stesso schema del pandoro. L’operazione avrebbe fruttato molto più di quanto poi in effetti devoluto, peraltro non da lei, per la causa pubblicizzata.

In questo caso beneficiaria della presunta raccolta fondi è stata l’associazione I Bambini delle Fate, che si occupa di progetti di inclusione per minori con autismo. L’influencer, come ha confermato il proprietario dell’azienda dolciaria Franco Cannillo – ha ricevuto un cachet di 1,2 milioni (500mila euro nel 2021 e 700mila circa nel 2022) per aver ceduto la propria immagine. La donazione all’associazione, fatta solo da Dolci Preziosi, sarebbe stata invece di appena 36mila euro in due anni.

Chiara Ferragni e la bambola Trudi
Chiara Ferragni e la bambola Trudi | Foto Instagram @cfmascotte

La bambola Trudi

Il terzo caso invece riguarda la  bambola “Mascotte Chiara Ferragni” a edizione limitata realizzata nel 2029 insieme alla Trudi, azienda friulana acquisita lo stesso anno dalla Giochi Preziosi. Beneficiaria della raccolta fondi l’organizzazione non profit Stomp Out Bullying, impegna nel contrasto al bullismo.

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