Come si lavavano i denti quando non esistevano spazzolino e dentifricio? Una soluzione c’era ( e potresti usarla anche adesso!)

Lavarsi i denti prima di andare a dormire. Passare il filo interdentale. Oggi sembra facile, ma come facevano i nostri antenati? Ecco l’igiene orale nell’antichità

Ce lo ripetono da sempre. Lo sappiamo da sempre. La cura e la pulizia dei denti sono fondamentali per mantenere una buona igiene orale. Spazzolare i denti almeno due volte al giorno con uno spazzolino a setole morbide e un dentifricio, possibilmente ricco di fluoro, è il primo passo per garantire una corretta salute dentale. Così come sono altrettanto indispensabili il filo interdentale o altri strumenti di pulizia, come scovolini e collutorio, per rimuovere i resti di cibo e la placca tra i denti. Insomma, ogni accorgimento è valido per fare in modo che il controllo periodico dal dentista sia rapido, indolore e soprattutto positivo.

Ma se oggi una mancata cura dentale può essere imputata essenzialmente a una svogliatezza a star dietro ai singoli passaggi di igiene, come facevano gli antichi senza spazzolino e dentifricio? Potrebbe essere una domanda banale, dal momento che ormai si tratta di una pratica così quotidiana da essere diventata scontata. Eppure, è interessante risalire all’origine dell’igiene orale, per scoprire in che modo i nostri antenati si curavano della loro pulizia dentale, pur non avendo a disposizione i pratici strumenti contemporanei. E vi stupirà scoprire che il primo spazzolino è nato in prigione…

Lavarsi i denti nel mondo antico

Per risalire alle origini delle pratiche di igiene orale, bisogna tornare indietro a circa 2500 anni fa, ovvero a quando si attestano i primi manufatti e documenti relativi che introducono alle antiche prassi di cura dei denti.

Stando a quanto riportano le fonti, già durante il periodo dell’antica Grecia, l’attenzione all’igiene orale era notevole, come documenta anche la grande attenzione di figure del calibro del medico Ippocrate, considerato il padre della medicina scientifica moderna, nel promuovere la pulizia dentale. All’epoca, era pratica comune servirsi di dentifricio secco chiamato “polvere dentifricia”, composto principalmente da sale, miele e rosmarino, capace di garantire un sorriso sano e brillante.

Dal canto loro, gli antichi romani adottavano pratiche notevolmente diverse e talvolta piuttosto insolite. Infatti, nella Roma classica veniva utilizzata una pasta o una polvere a base di bicarbonato di sodio, conosciuta come “dentifricium”, sebbene ciò che sorprende di più sia l’uso dell’urina come collutorio.  Infatti, per quanto possa sembrare strano e ai limiti dell’assurdo, i romani utilizzavano l’urina come liquido per i gargarismi, una sorta di collutorio ante litteram. Fortunatamente, nel corso dei secoli, le nostre conoscenze e pratiche in materia di igiene orale si sono notevolmente evolute.

Spazzolino e dentifricio nell'antichità
Spazzolino e dentifricio nell’antichità | PIXABY @nouchkac

Non solo i popoli del Vecchio Continente tenevano alle buone pratiche di cura dentale. Infatti, l’igiene orale era molto importante anche per le antiche civiltà orientali, egiziane e cinesi. In queste regioni, era prassi servirsi di metalli pregiati come oro, argento e giada per curare i danni ai denti, compresi quelli provocati da carie, tale da rischiare di compromettere la masticazione. Inoltre, i popoli orientali avevano già compreso che una buona igiene dentale poteva contribuire a mantenere una salute generale. Non a caso, a questo periodo risalgono le prime tecniche di prevenzione odontoiatrica, che includevano la masticazione di corteccia d’albero, bastoncini con estremità sfilacciate, piume d’uccello, lische di pesce e persino aculei di porcospino.

Continuando l’excursus sulle pratiche di igiene orale in Oriente, c’è da notare quanto nella penisola Araba fossero già diffusi gli stuzzicadenti, che venivano utilizzati non solo per la pulizia, ma anche per prevenire alitosi e disturbi gengivali. In particolare, seguendo una dottrina consigliata anche dai profeti dell’Islam, tra le tribù arabe era prassi masticavare bastoncini aromatici, come il “siwac”, ricavato dalla pianta Arak, nota come Salvadora persica, che potrebbe essere inteso oggi come un precursore dello spazzolino da denti moderno.

Cura e igiene orale nel Medioevo

Sebbene siamo soliti associare il Medioevo come a un periodo “buio”, in realtà risalgono proprio a questi anni le prime applicazioni scientifiche in campo di igiene dentale. In tale senso, di fondamentale importanza sono gli studi della Scuola Medica Salernitana, considerata una delle prime università moderne, dal momento che rappresentò la più importante istituzione medica del IX secolo.

Per quanto riguarda le pratiche di igiene orale, risulta avanguardistico il De Ornatu Mulierum, un testo attribuito alla scienziata Trotula, una delle più famose Dame della Scuola Salernitana, che contiene molte prescrizioni per la cura della bocca e dei denti. In un certo senso, nel suo trattato Trotula suggerisce un metodo che anticipa gli strumenti e i prodotti moderni per l’igiene orale. Infatti, raccomanda di strofinare i denti regolarmente con un panno di lino avvolto intorno a della lana umida e intriso di una miscela composta da polvere di marmo bruciato, semi di dattero bruciati, natron bianco, una tegola rossa, sale e pomice, descrivendo così una sorta di antenato medievale di spazzolino e dentifricio.

Inoltre, il De Ornatu suggerisce inoltre di sciacquare la bocca ogni sera con vino aromatico e di masticare frequentemente durante il giorno finocchio, levistico o prezzemolo per mantenere i denti bianchi, le gengive pulite e l’alito profumato. Nel testo, Trotula fornisce anche una cura contro la gengivite, che prevede l’uso di una polvere a base di calce viva, zolfo, orpimento, polvere di zucca bruciata e pepe, da spalmare sulle gengive infiammate, precedentemente sciacquate con un decotto di aceto caldo e di tasso barbasso, che ha proprietà emollienti, rinfrescanti e decongestionanti.

Igiene orale ante litteram: carbonato di sodio
Igiene orale ante litteram: carbonato di sodio | PEXELS @karolinagrabowska

Leggendo il trattato, a stupire è il fatto che gli ingredienti vegetali e minerali suggeriti da Trotula sono ancora oggi utilizzati nell’industria dell’igiene orale, come il finocchio, il levistico e il carbonato di calcio, contenuto nel marmo, o il carbonato di sodio, contenuti nei moderni dentifrici o collutori, a conferma di quanto l’antica scuola medica di Salerno fosse all’avanguardia nella promozione di una corretta igiene orale.

Ma veniamo infine agli utensili per l’igiene orale. Le prime testimonianze di uno spazzolino con setole simili a quelli odierni risalgono al 1500 in Cina, anche se le fibre utilizzate all’epoca, essendo di origine naturale, tendevano a deteriorarsi facilmente, diventando un serbatoio di batteri. Tuttavia, il primo vero cambiamento verso la modernità avvenne alla fine del 1700, quando l’inglese William Addis iniziò a vendere spazzolini da denti su scala industriale. Paradossalmente, l’idea gli venne mentre era in prigione, dove costruì uno spazzolino con ossa e setole di animali, ma l’intuizione di Addis segnò l’inizio di una rivoluzione nelle pratiche di cura orale che avrebbe portato allo sviluppo degli strumenti moderni che utilizziamo oggi per la pulizia dei denti.

Tuttavia, c’è da sottolineare che la pratica di spazzolarsi i denti è diventata comune solo a partire dalla seconda guerra mondiale, quando l’esercito americano impose rigorose pratiche igieniche ai soldati, tra cui l’obbligo di lavarsi i denti quotidianamente. Sempre in questo periodo, si arrivò allo sviluppo del primo spazzolino con setole in nylon nel 1938, seguito dallo spazzolino elettrico negli anni ‘60 del secolo scorso.

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