80 esima Mostra del Cinema di Venezia: tutti i premi ufficiali

Scopriamo insieme la lunga serie di vincitori e vincitrici dei Leoni, le Coppe e i Premi Orizzonti della Biennale del Cinema 2023

La mostra con il red carpet più ambito d’Italia si è appena conclusa, e non ha mancato di lasciare dietro di sé una lista di vincitori e vincitrici.

Molti dei Leoni e dei Premi dell’edizione di quest’anno della Biennale del Cinema sono andati a chi ha messo in luce riflessioni socio-politiche molto attuali, dal femminismo ai migranti, la cui tematica ha ottenuto la meglio per ben due film e tre premi collegati alle loro interpretazioni.

In questo articolo scopriremo tutti i premi ufficiali e a chi sono stati consegnati lo scorso weekend dalle cinque giurie internazionali votanti.

I Leoni di Venezia

Il miglior film: il Leone d’oro

Il Leone d’oro per il miglior film dell’80ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia è stato assegnato a Poor Things (titolo italiano: Povere creature!) del regista greco Yorgos Lanthimos, con protagonista Emma Stone, la quale però, molto inaspettatamente, non ha vinto il premio come miglior attrice.

Tratto dal romanzo di Alasdair Gray, la pellicola racconta la storia di Bella Baxter, una sorta di Frankenstein al femminile riportata in vita da uno scienziato, interpretato da Willem Dafoe. La protagonista, col volto della Stone, appare desiderosa di imparare tutto, libera dai pregiudizi, aperta a nuove esperienze e scoperte, anche della sessualità.

Regista Yorgos Lanthimos a Venezia con il Leone D'oro in mano
Foto ANSA | @ETTOREFERRARI – Spraynews.it

I Leoni d’argento

Il Leone d’argento, nella categoria di “Gran premio della giuria” è stato assegnato ad Aku wa sonzai shinai (titolo internazionale: Evil Does Not Exist; titolo italiano: Il male non esiste), diretto dal regista giapponese Ryusuke Hamaguchi. Hamaguchi è il regista premiato con l’Oscar per il suo Drive My Car.

Il Leone d’argento – Premio per la miglior regia, invece è stato assegnato a Matteo Garrone per il film Io capitano. Il regista romano vince con la sua odissea di due migranti senegalesi che cercano di arrivare in Italia. Egli stesso racconta: “Questo film racconta il viaggio di Seydou e Moustapha attraverso l’Africa, due migranti che cercano di arrivare in Europa, e lo fa attraverso il loro sguardo”.

Una grande denuncia sociale e politica, quella di Garrone: “Volevo dare la parola a chi ha vissuto davvero quella storia”, portando con sé anche Mamadou, il migrante sulla cui storia è basata la sceneggiatura, che a Venezia racconta:“Sono riuscito ad arrivare in Italia ma vorrei dedicare questo premio alle persone che non sono riuscite ad arrivare a Lampedusa. E vorrei ricordare che quando c’è la voglia e la necessità di partire nessuno ti può fermare. E quindi vorrei che ci fosse il diritto ad avere un visto per viaggiare. Questo è lo strumento per bloccare il traffico di esseri umani”.

Le Coppe Volpi per i migliori attori e attrici

La Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile è stata vinta da Cailee Spaeny per il suo ruolo da protagonista nel film Priscilla di Sofia Coppola (Stati Uniti, Italia), con la cui pellicola la regista ha voluto raccontare il lato nascosto di un grande mito americano, quello della famiglia perfetta, a partire dal lungo corteggiamento tra spasimanti fino al matrimonio turbolento. Spaeny ha dedicato la sua vittoria alla vera Priscilla Presley, personaggio a cui di ispira la storia.

Mentra la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile è andata a Peter Sarsgaard nel film Memory di Michel Franco, regista che a Venezia ha rappresentato sia il Messico che gli Stati Uniti.

L’attore si è anche espresso riguardo ai potenti scioperi che da mesi stanno animando Hollywood: “Gli attori in questo momento sono in sciopero. I compensi equi sono importanti, ma anche l’intelligenza artificiale è una priorità. Un attore è un essere umano e dà un’esperienza umana, se perdiamo questa battaglia, la nostra industria sarà la prima a cadere. E aprirà la strada alle atrocità”, ha affermato Sarsgaard.

Il Premio Marcello Mastroianni e quello per la miglior sceneggiatura

Il Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente è stato consegnato a Seydou Sarr per la sua interpretazione nel film italiano Io capitano di Matteo Garrone. Il giovane protagonista senegalese ha detto, molto emozionato: “Io sono molto felice. Non ci sono parole”. Lo ha dichiarato tra le lacrime, le lacrime di una storia, anzi di milioni di storie vere, prima di scappare dal palco.

Infine, il Premio per la miglior sceneggiatura è stato consegnato a Guillermo Calderón e Pablo Larraín per aver scritto il film El Conde di Pablo Larraín. I due autori cileni, Larrain anche regista, hanno ritratto il dittatore Pinochet come un vampiro, in un film in bianco e nero, che mescola horror e commedia ed è una allegoria sui mali del generale, come la sua ansia di potere e di arricchimento.
Il film, che si vedrà su Netflix, arriva a 50 anni dal golpe di Stato che in Cile rovesciò il governo democratico di Allende.

Il Premio speciale della giuria

È il film polacco The Green Border, Zielona granica in lingua originale, di Agnieszka Holland a ricevere il Premio Speciale della Giuria. La regista, commossa, ha dichiarato con il premio in mano: “Non è stato facile girare questo film, anche per motivi che non potete immaginare. Ringrazio il mio produttore, che con ottimismo, coraggio e perseveranza ha reso possibile questo film. E le istituzioni in tutta Europa che ci hanno aiutato. Fare questo film è stato una lotta e un dovere”.

E ancora, dedica il suo premio agli attivisti: “Dal 2014, quando è scoppiata la crisi dei rifugiati, 60.000 persone sono morte cercando di raggiungere l’Europa. In questo momento la situazione che vedete nel film si sta ripetendo. Alcune persone vivranno, altre moriranno: non è vero che non abbiamo le risorse per aiutarle, la verità è che non le vogliamo. Ma qui in Europa – e in Polonia – ci sono persone che stanno aiutando perché credono che il loro dovere sia l’umanità. Dedico questo premio agli attivisti”.

I Premi della sezione Orizzonti

Concludiamo con l’importante sezione dei premi Orizzonti, un altro concorso internazionale dedicato a film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive del cinema mondiale.

Il film ungherese Magyarázat mindenre (Explanation for everything) di Gábor Reisz ha vinto il Premio per il miglior film della sezione Orizzonti. A decretarlo è stata la giuria di Orizzonti, dopo aver visionato i 18 lungometraggi e i 13 cortometraggi in concorso.

Regista Gabor Reisz a Venezia con un leone in mano
Foto ANSA | @ETTOREFERRARI – Spraynews.it

Numerosi applausi anche per l’esordio alla regia di Micaela Ramazzotti con Felicità, proposto nella sezione Orizzonti Extra della Mostra di Venezia. Il film ha ricevuto il Premio degli Spettatori – Armani Beauty.

Il regista romano Enrico Maria Artale si è aggiudicato il Premio per la Migliore Sceneggiatura della sezione Orizzonti con il film El Paraíso, diretto dallo stesso. Nello stesso film , l’attrice, cantante e presentatrice televisiva colombiana Margarita Rosa De Francisco si è aggiudicata il Premio per la migliore interpretazione femminile.

Una sterminata domenica di un altro regista romano, Alain Parroni, ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria Orizzonti.

Infine, il regista cinese Lee Hong-Chi ottiene il Leone del Futuro – Premio Venezia opera prima ‘Luigi De Laurentiis’ per il film Ai shi yi ba qiang (tradotto in inglese: Love is a gun, in italiano: “l’amore è una pistola), e commenta: “Sono onorato di ricevere questo premio al festival di Venezia, dove tanti altri grandi maestri cinesi sono stati premiati nel passato e da cui io devo ancora imparare tanto. Questo premio per me è uno straordinario incoraggiamento“.

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