Altro che fantasia, cosa c’è di vero in Biancaneve e i sette nani (e non l’avresti mai detto!)

Specchio, specchio delle mie brame….la storia di Biancaneve è reale? Secondo alcune teorie, la fiaba dei fratelli Grimm avrebbe una base di verità

Da bambini rimaniamo affascinati nell’ascoltare racconti di principi, principesse e lotte contro maghi o streghe malefiche. Da grandi liquidiamo quella piccola dose di magia con uno sprezzante “è solo una fiaba”. E se non fosse davvero così? E se le favole avessero davvero un fondo di verità?

Sicuramente, anche oggi, quei racconti che tanto si amavano raccontare, offrono uno spunto di riflessione. Tra chi li taccia di essere portatori di una mentalità troppo stereotipata, con il canonico ruolo della bella principessa impotente che deve essere salvata dal principe azzurro in groppa al suo cavallo bianco. Lo sa bene la Disney, che negli ultimi live action tratti dalle storie di principesse più famose del suo archivio ha più volte affrontato il tema di una protagonista che fosse più indipendente, di una storia che fosse più inclusiva. Lo sa bene Greta Gerwing, regista dell’acclamatissimo Barbie, chiamata a sceneggiare Snowhite, l’atteso – quanto polemizzato – film ispirato alla fiaba di Biancaneve, la cui versione animata del 1937 rappresentò il primo lungometraggio, nonché il primo classico Disney.

Ovviamente, è normale che con l’evolversi della società moltiplichino anche le interpretazioni delle narrazioni, anche quelle più classiche e ormai diventate “patrimonio comune”. Ma, prima di scendere nel dettaglio nel mutamento che oggi il pubblico chiede alla storia della principessa con “la pella chiara come la neve e i capelli color dell’ebano”, sarebbe meglio andare a ritroso nella storia e risalire alle origini della fiaba dei fratelli Grimm. Perché – forse – Biancaneve non è solo la protagonista di una favola per bambini.

Biancaneve è esistita veramente?

Pensare che la giovane principessa, costretta a scappare dalla sua matrigna malefica, per poi trovare rifugio tra sette laboriosi nani sia esistita veramente fa sorridere un po’ tutti, ammettiamolo. Però, secondo alcuni storici, la favola scritta da Jacob e Wilhelm Grimm nell’Ottocento sarebbe ispirata a una storia vera, con una protagonista reale. Infatti, due sarebbero le ipotesi in merito alla reale identità di Biancaneve.

Le ipotesi sulla vera Biancaneve

La teoria avanzata dallo storico Eckhard Sander suggerisce che la fiaba di Biancaneve potrebbe aver tratto possibile ispirazione dalla biografia di Margaretha von Waldeck, una contessa tedesca nata nel 1553. Secondo la storia, la giovane venne costretta dalla sua matrigna a vivere in esilio a Bruxelles quando aveva soli 16 anni. Durante il suo tempo a Bruxelles, si innamorò di un giovane che in seguito sarebbe diventato Filippo II di Spagna. Tuttavia, la loro relazione era considerata politicamente scomoda sia dal padre sia dalla matrigna di Margaretha, e la giovane contessa morì avvelenata all’età di 21 anni.

Nella reinterpretazione della triste vicenda in chiave fiabesca, i sette nani rappresenterebbero i bambini ridotti in schiavitù da Filippo IV, costretti a lavorare nelle miniere di rame per lui fin da giovani, i quali, a causa dello sforzo disumano cui erano costretti, crebbero sviluppando alcune deformità. La mela avvelenata, invece, potrebbe essere un elemento ispirato a eventi dell’epoca, come le cronache su un commerciante imprigionato e condannato per avere regalato mele avvelenate ai bambini che avevano cercato di derubarlo.

La matrigna di Biancaneve
La matrigna di Biancaneve nel classico Disney nel 1937 | IMDB @disney

La teoria più accreditata

E se quella di Sander viene considerata solo una mera e lontana ipotesi, esiste un’altra teoria in merito alla reale esistenza di Biancaneve che trova molto più credito tra gli storici. Infatti, Holger Kempkens, direttore del museo di Bamberg, è convinto che il personaggio della fiaba dei fratelli Grimm sia ispirato alla baronessa Maria Sophia von Erthal. Questa teoria si basa su una scoperta interessante in merito alla tomba di Maria Sophia von Erthal, ritrovata nella cantina di una casa che un tempo apparteneva a una chiesa demolita verso la fine dell’Ottocento, la cui lapide recita: “Nobile eroina cristiana, qui giace dopo la vittoria del destino, pronta per essere trasfigurata nella resurrezione”.

Stando a quanto riporta l’iscrizione funebre, la storia di Maria Sophia von Erthal sembra presentare molte similitudini con la descrizione della Biancaneve della fiaba. Infatti, la baronessa era una giovane di straordinaria bellezza, con carattere caritatevole, ma costretta a vivere in condizioni di sudditanza con la sua matrigna, Claudia Elisabeth von Reichenstein, una donna dispotica e egoista, dedita solo ai suoi intrighi personali. Infatti, la donna, che aveva sposato il padre di Maria Sophia, un principe bavarese, dopo la morte della prima moglie, vedeva nella figliastra un ostacolo da eliminare. Ad avvalorare poi la similitudine tra la perfida Claudia e la matrigna dei fratelli Grimm è che anche la prima sarebbe stata omaggiata di uno specchio “in grado di parlare”, una sorta di giocattolo con un meccanismo particolare che tanto ricorda il famoso “specchio delle mie brame”.

Secondo la storia originale, Claudia Von Venningen, accecata dall’invidia per la bellezza autentica di Maria Sophia, la costrinse a lasciare il castello. Sophia trovò rifugio in una zona vicina a Bieber, una regione mineraria con cunicoli così angusti che potevano essere attraversati solo da minatori molto piccoli, il cui aspetto era caratterizzato da berretti multicolori. Le ricerche suggeriscono che la vita di Maria Sophia si concluse in questa foresta, che divenne la sua casa. Si dice che, ormai anziana e completamente cieca, trovò rifugio in un convento e morì presto di vaiolo.

Insomma, il personaggio di Biancaneve sembra muoversi tra mito e realtà. Quello che è certo è che, qualsiasi sia l’origine del personaggio, la sua storia rimane quella di una giovane che, seppure bellissima e dal cuore d’oro, è vittima di terribili soprusi attuati in virtù di brame di potere personali e dispotici. In poche parole, il materiale perfetto per ogni favola che si rispetti.

La storia originale di Biancaneve scritta dai fratelli Grimm

Posto che forse, e solo forse, il personaggio di Biancaneve sia esistito veramente, bisogna ricordare che già il classico Disney ne offriva una versione molto diversa da quella illustrata nella prima versione della fiaba scritta dai fratelli Jacob e Wilhelm Grimm nel 1812. Infatti, il lungometraggio animato aveva edulcorato molto i toni pressoché cupi della storia originale. Se infatti il capolavoro disneyano ha offerto il magnifico racconto di un amore che vince anche il maleficio più oscuro grazie alla gentilezza, ben diversa è la narrazione dei Grimm, che si rifà molto più fedelmente a un racconto popolare europeo.

Il bacio tra Biancaneve e il principe
Il bacio tra Biancaneve e il principe nel classico Disney nel 1947 | IMDB @disney

Secondo la prima variante della fiaba, la matrigna in realtà la vera mamma di Biancaneve che, a soli sette anni, è già oggetto della sua invidia a causa dell’innata bellezza. Per questo motivo, la donna, ormai corrosa dalla gelosia, desidera ucciderla per mangiarne fegato e polmoni con sale e pepe. Pertanto, decide di avvelenarla con una mela e di richiuderla in una teca di vetro, dover rimane imprigionata per un periodo di tempo imprecisato, fino a quando non viene ritrovata da un principe che se ne innamora a prima vista. Tuttavia, a risvegliare la povera Biancaneve non è il famoso “bacio del vero amore”, ma la goffaggine dei servitori, i quali, stanchi di scarrozzate in giro la bara, iniziano a strattonare il corpo fino a quando la ragazza non sputa fuori il torsolo della mela avvelenata. Quindi, alla fine della storia, Biancaneve e il principe puniscono la perfida regina, organizzando una terribile vendetta in occasione del loro banchetto di nozze.

Insomma, una versione decisamente più cruda rispetto a quella a cui il classico Disney del 1937 ci ha abituati. E, secondo le indiscrezioni, anche il nuovo lice action in uscita nel 2024 offrirà uno scenario del tutto diverso rispetto alla tradizione. In primis, nella scelta della protagonista, l’attrice latina Rachel Zagler, nota come la Maria del West Side Story di Steven Spielberg. Invece, nelle vesti della celebre Regina Cattiva ci sarà l’attrice israeliana Gal Gadot, che dopo il successo nei panni di Wonder Woman ricoprirà il ruolo dell’antagonista della storia. Inoltre, assoluta novità sarà l’assenza del principe, dal momento che la nuova Biancaneve riuscirà a salvarsi da sola, e il rinnovamento dei sette nani, i quali prenderanno le sembianze di sette creature magiche, ognuno con la sua peculiarità distintiva.

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