Come individuare correttamente i segnali alieni? Studiato un nuovo metodo

Una nuova tecnica sviluppata dagli scienziati del progetto Breakthrough Listen permetterà a chi cerca segnali alieni di distinguere le possibili comunicazioni da falsi allarmi legati a delle interferenze terrestri. Ecco come

 

Gli alieni esistono? Ci inviano dei segnali? Entreremo in contatto con loro un giorno?

Domande presenti nelle menti di chi ama il mondo fantascientifico, ma anche di quelli studiosi che sono curiosi di sapere se esistono davvero delle forme di vita diverse dalla nostra da qualche parte nello spazio e se ci sarà mai l’occasione di mettersi in contatto con loro.

Per questo, un gruppo di scienziati ha messo a punto una nuova tecnica per decodificare eventuali segnali e messaggi alieni.

Segnali alieni o falsi allarmi?

Come riportato dall’Astrophysical Journal, il gruppo di scienziati in questione appartiene al progetto Breakthrough Listen dell’Università della California ed è riuscito a sviluppare una nuova tecnica che consentirà di verificare le credenziali dei messaggi sospetti a chi si metterà a cercare segnali alieni.

Non solo. Il nuovo metodo permetterà anche di distinguere possibili comunicazioni aliene con falsi allarmi collegati a interferenze terresti.

Oggetto volante in un cielo verde
Immagine | Unsplash @AlbertAntony – Spraynews.it

Un sistema il cui scopo è quello di trovare le prove del passaggio di ogni segnale nello spazio interstellare, riuscendo così a capire se ci siano davvero dei messaggi alieni.

Un discorso che sembra uscito direttamente da un film sci-fi e che invece trova grande riscontro nella realtà.

Da anni chi si occupa di ricerche SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) cerca di intercettare segnali alieni provenienti dallo spazio e lo fa utilizzando dei radiotelescopi terrestri, i quali possono però essere ingannati facilmente dalle diverse interferenze radio emesse per esempio dai telefoni cellulare, così come dai satelliti e dai dispositivi che propagano delle onde.

Interferenze che dagli anni Sessanta del Novecento a oggi hanno portato spesso a lanciare degli allarmi che si sono rivelati poi falsi.

Da qui l’iniziativa Breakthrough Listen dell’Università della California, la quale nella sua fase di ricerca ha iniziato a utilizzare i radiotelescopi più potenti, con l’obiettivo di individuare segnali radio di origine aliena attorno al milione di stelle più vicine al Sole.

Gli scienziati hanno iniziato a scandagliare il centro della Via Lattea, così come l’intero piano galattico (dove si trova il Sistema Solare, ndr), oltre alle cento galassie più prossime alla nostra.

Lo hanno fatto pensando che eventuali radio segnali extraterrestri diretti alla Terra dovrebbero conservare tracce del proprio passaggio nello spazio interstellare e che proprio queste tracce potrebbero tornare molto utili nel distinguere i segnali alieni da quelli provenienti da fonti terrestri.

Per questo, gli scienziati californiani hanno messo a punto uno strumento che possa rilevare tali segnali, il quale è però sfruttabile solamente per segnali che abbiano origine a una distanza di più di diecimila anni luce dalla Terra.

Il motivo? Un radio segnale deve poter viaggiare abbastanza a lungo attraverso lo spazio interstellare prima che la sua scintillazione sia rilevabile dai dispositivi.

“Abbiamo sviluppato un algoritmo che analizza la scintillazione dei segnali a banda stretta e individua quelli che si attenuano e tornano a brillare con periodi inferiori al minuto, sintomo dell’attraversamento del mezzo interstellare”.

Ha spiegato Bryan Brzycki, primo autore dello studio.

“Il dispositivo è in grado di mettere in luce la firma del mezzo interstellare nei segnali potenzialmente emessi da intelligenze extraterrestri”.

Ha aggiunto lo scienziato, spiegando come ciò si verifichi anche in presenza di segnali emessi una volta soltanto e che non si ripetono.

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