Cosa succede se definisci “casalinga disperata” una donna: qualcuno potrebbe offendersi e denunciarti, è già avvenuto

Se dai della “casalinga disperata” a una donna, questa potrebbe denunciarti, soprattutto se sta facendo il suo lavoro: chiedere all’avvocato querelato.

Per l’autore dell’episodio, è una vicenda kafkiana, per le due poliziotte che lo avevano denunciato è semplicemente oltraggio a pubblico ufficiale. Quello che in tutta questa vicenda stona è che la persona oggetto della querela è un avvocato che in più occasioni si è trovato a difendere una donna. Anzi, a qualcuno il nome del legale 59enne, Nicola Rubiero, sicuramente dirà qualcosa.

Si tratta infatti dell’avvocato di Maria Cristina Finatti, la docente colpita da alcuni studenti, che le hanno sparato con una pistola ad aria compressa. La vicenda finì su tutti i giornali e a difendere gli interessi della professoressa c’era appunto l’avvocato Rubiero, che in alcune interviste appare anche al fianco della donna. E che si trovava in quel momento in tribunale per una causa di separazione.

Una donna chiamata “casalinga disperata” sul lavoro può denunciarti?

definire una donna casalinga disperata
Non si può definire una donna casalinga disperata (Spraynews.it)

“Una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale”, cantava Fabrizio De André e l’episodio in questione è quantomeno originale. L’avvocato, mentre era in tribunale, forse per ammazzare il tempo, si è rivolto a due donne. Quando ha scoperto che erano due agenti di Polizia di Stato, il legale ha tirato fuori dal cappello a cilindro un colpo a effetto, la peggiore delle battute che potesse fare.

I fatti risalgono al 18 maggio del 2022, Rubiero ha detto alle due poliziotte: “Non l’avrei mai detto, mi sembrate più casalinghe disperate”. Quella che per lui era una battuta, si è così trasformata in una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale. Per estinguere la denuncia, l’avvocato che difende il legale ha proposto di porre in essere delle condotte riparatorie, sotto forma di una sorta di risarcimento danni.

Il suo assistito, così, ha dovuto pagare 700 euro a ciascuna poliziotta e 1.800 euro alla questura di Rovigo, che le due poliziotte in quel momento si trovavano a rappresentare. Nonostante la denuncia sia stata commutata in una sanzione amministrativa, il legale di Rubiero vuole fare ricorso: per lui, come spiega Il Corriere del Veneto, le due poliziotte avevano il diritto di offendersi, ma le parole del suo assistito non configurerebbero alcun reato.

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