L’hai premuto e non funziona? Esistono alcuni pulsanti progettati per non funzionare: ecco quali sono

Se ne trovano alcuni in prossimità degli incroci pedonali, all’interno degli ascensori e persino in alcune applicazioni. Non fanno nulla di concreto, ma hanno un impatto psicologico importante

Il mondo è pieno di pulsanti e basta guardarsi un attimo attorno per rendersene conto. In casa siamo circondati da interruttori e fuori dalle mura domestiche troviamo tasti da premere in prossimità degli attraversamenti pedonali, sui mezzi pubblici e negli ascensori. Dopo averli schiacciati può sorgere un dubbio più che legittimo: funzionano davvero o qualcuno li ha messi lì solo “per bellezza”? Non esiste una risposta universale a questa domanda, perché la situazione cambia molto da un caso all’altro.

A volte premendo un tasto si riesce davvero a ottenere il semaforo verde e ad attraversare la strada più in fretta. In altre situazioni schiacciare un pulsante del tutto identico non fa altro che dare l’illusione di poter controllare il traffico e rendere l’attesa davanti alle strisce pedonali un po’ meno snervante. Poi ci sono i pulsanti rotti da anni che nessuno si è preso la briga di riparare, ma quelli sono un caso a parte.

La teoria dell’illusione del controllo

Si parla di pulsanti placebo per indicare tutti quei tasti progettati non per svolgere alcuna funzione specifica, bensì per far credere a chi li preme di avere una qualche forma di controllo sul mondo che lo circonda. Funzionano un po’ come le superstizioni: chi compie una certa azione e ottiene il risultato previsto continuerà a compierla anche in assenza di un effettivo legame di causa-effetto. L’impatto psicologico di certe soluzioni non deve quindi essere sottovalutato. Si basa sulla teoria dell’illusione del controllo, formulata dalla dottoressa Ellen Langer negli anni ’70.

La donna, che attualmente insegna psicologia presso l’Università di Harvard, basò la propria ipotesi su un’esperienza personale: nel corso di una partita a poker distribuì le carte nell’ordine sbagliato e gli altri giocatori non la presero bene. Langer spiegò loro che le probabilità di vittoria non erano cambiate in alcun modo, ma questo non bastò a rassicurarli. Intervenendo su un “rito” percepito come rigoroso e immutabile la psicologa aveva involontariamente tolto ai presenti al tavolo l’illusione di poter in qualche modo influenzare un evento al di fuori del loro controllo, ossia la distribuzione casuale delle carte.

L’utilità dei pulsanti placebo

Alle persone non piace sapere di non aver alcun potere su una situazione e l’illusione del controllo può aiutarle ad affrontare meglio certi momenti della vita quotidiana. Dopotutto, come affermato dalla stessa dottoressa Langer, compiere un’azione, per quanto inutile, migliora l’umore rispetto al dover restare con le mani in mano. È per questo motivo che nelle grandi città ci sono molti più pulsanti per il controllo del traffico rispetto a quelli effettivamente funzionanti.

Il dipartimento dei trasporti di New York ha dichiarato alla CNN che solo il 10% di questi pulsanti è in grado di influenzare i colori dei semafori. Tutti gli altri servono solo per rafforzare l’illusione del controllo e far sembrare l’attesa del verde meno lunga. La situazione è pressoché analoga in molte altre città, dove il numero di semafori intelligenti, ossia dotati di sensori e capaci di autoregolarsi in base alle condizioni del traffico, è sempre più alto.

A Londra, per esempio, chi preme il pulsante pedonale vede comparire la scritta “Wait”, che nel concreto non influenza in alcun modo i tempi di attesa, ma quantomeno è rassicurante. Nella città inglese però questi tasti hanno anche una funzione pratica: abilitano la pavimentazione tattile e i segnali stradali acustici, aiutando le persone con disabilità visive ad attraversare la strada.

I casi degli ascensori e delle metropolitane

Altri pulsanti progettati per non funzionare sono quelli che regolano la chiusura delle porte degli ascensori. In teoria dovrebbero permettere a chi li preme di iniziare prima il suo viaggio verso l’alto o verso il basso, ma in realtà esistono solo per far sembrare l’attesa più breve (si inizia a intravedere un tema ricorrente, vero?). Gli ascensori, infatti, sono programmati per restare aperti abbastanza a lungo da consentire l’ingresso di più persone, incluse quelle con disabilità. Pertanto, permettere a qualcuno di anticipare davvero la chiusura delle porte causerebbe più problemi che benefici. Ciò è vero soprattutto negli Stati Uniti, dove l’Americans with Disabilities Act regola in modo chiaro le tempistiche da rispettare per permettere a chiunque di salire su un ascensore.

Un ascensore con le porte chiuse
Foto | Pixabay @Suppadeth wongyee

Anche chi viaggia in metropolitana si è di sicuro imbattuto in dei pulsanti placebo. Sono quelli che regolano l’apertura delle porte e sono un po’ ingannevoli. Tecnicamente funzionano, però solo quando sono attivati a mano dal conducente e rendono possibile l’apertura delle porte esclusivamente nei momenti in cui il vagone è fermo. Premerli di continuo mentre la metropolitana si sta ancora muovendo non serve proprio a nulla.

I pulsanti placebo nelle app e nei siti

Per trovare dei pulsanti che sfruttano la teoria dell’illusione del controllo non serve nemmeno uscire di casa: basta usare il proprio smartphone per avere una buona probabilità di imbattersi in uno di essi. In varie applicazioni è presente un tasto refresh che finge di ricaricare una pagina che già si aggiorna di continuo da sola. Qualcosa di analogo succede su Google Docs, dove l’assenza del pulsante “salva” destabilizza gli utenti che ignorano la capacità del programma online di salvare in automatico i contenuti. Ogni modifica apportata è memorizzata all’istante, rendendo pressoché impossibile perdere il lavoro svolto. Di certo però la presenza di un pulsante placebo aiuterebbe i fruitori del servizio a sentirsi più tranquilli (in passato c’era, ma è stato tolto proprio per la sua inutilità pratica).

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