Vuoi smettere di fumare? Prova a pensare al mare: cosa consigliano gli studiosi

Se stai provando a smettere di fumare, in questo articolo troverai delle informazioni per poter realizzare questo obiettivo.

Da giovani, in molti hanno iniziato a fumare, chi per gioco, chi per seguire gli amici, chi perché vedeva i più grandi e via dicendo. Tuttavia, a quei tempi, ma soprattutto a quell’età, si ignoravano tutte le conseguenze che il fumo porta con sé, sviluppando una dipendenza, che ora vi sembra impossibile abbandonare.

Ci sono vari modi per smettere di fumare, ma non sono uguali per chiunque. C’è chi le ha provate di tutti i colori, eppure, la sigaretta in mano, ancora ce l’ha. Oggi, vi parleremo di un nuovo metodo che è stato scoperto recentemente, secondo uno studio americano, il quale tuttavia ha originato anche delle opposizioni. Andiamo a vedere di cosa si tratta e come mai, questa teoria, è stata smentita da un altro ricercatore.

Un nuovo metodo per smettere di fumare, direttamente dall’America: funziona o non funziona?

Mauricio Delgado, neuroscienziato della Rutgers University di Newarks, ed Elizabeth Pehlps della New York University, hanno condotto uno studio sui comportamenti compulsivi, intraprendendo un esperimento con quindici volontari. Inizialmente, i due hanno promesso una ricompensa in denaro, a queste quindici persone, ogni qual volta avessero visto una schermata blu in un computer.

Esperimento comportamenti compulsivi
I neuroscienziati Delgado e Pehlps hanno collaborato con quindici volontari per un esperimento sui comportamenti compulsivi – spraynews.it

Prima di vedere la schermata blu, i quindici esaminati, avrebbero dovuto pensare ad un paesaggio marittimo, il cielo sereno, una spiaggia tropicale, insomma, tutto ciò che provocava loro un senso di rilassamento. Da questo, i due neuroscienziati hanno potuto vedere come nell’area del cervello, relativa ai meccanismi della ricompensa, il desiderio compulsivo, per il denaro in palio, fosse diminuito, solamente pensando a qualcosa di piacevole.

A questo punto, i neuroscienziati, Delgado e Pehlps, hanno affermato che lo stesso lavoro potrebbe funzionare anche negli alcolisti, nei fumatori, nei ludopatici e in chiunque altro dimostri atteggiamenti compulsivi. Secondo i ricercatori, dunque il desiderio così forte, può essere controllato attraverso pensieri positivi.

Ovviamente, questa teoria ha ricevuto delle critiche, specialmente dal neuroscienziato californiano Brian Knutson, il quale ha smentito l’ipotesi di Mauricio Delgado e di Elizabeth Pehlps, facendo riferimento ad un altro esempio, in un diverso settore. Knutson si è riferito ad un disturbo del comportamento alimentare, nel quale si mangiano dei cibi, come la cioccolata, di nascosto. In questa tipologia di comportamento, dunque, secondo la teoria di Delgado e Pehlps, basterebbe pensare che si può essere più felici, immaginandosi in costume da bagno con un altro fisico, ma tuttavia non funziona così.

Per controllare o eliminare atteggiamenti compulsivi, dati anche da dipendenze, o addirittura, malattie, non è sufficiente pensare a qualcosa di positivo. Lo studio dei due neuroscienziati è stato condotto su volontari, che non combattevano contro una dipendenza da denaro. Inoltre, per quanto, per qualcuno possa funzionare, per molti altri no.

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