Ancora accuse di molestie sessuali nel mondo del cinema: 5 attrici contro Philippe Garrel

Una petizione firmata anche dalla figlia del regista francese sta criticando pesantemente sia la Mostra di Venezia che il Festival di Cannes

Philippe Garrel, celebre regista francese e padre dell’attore e regista Louis Garrel, è stato accusato da 5 attrici di tentati approcci sessuali non consenzienti e proposte subdole avanzate nel corso di appuntamenti professionali nella loro carriera.

Lo rivela il sito di informazioni Mediapart, mentre il regista, oggi 75enne, da un lato minimizza i casi, e dall’altro presenta le sue scuse.

Secondo Mediapart, alcuni degli episodi sono “a rischio di essere qualificati aggressione sessuale”, ma “nessuna denuncia è stata finora presentata” ufficialmente.

Le accuse contro il regista francese

Siamo purtroppo all’ennesimo caso di accuse di molestie sessuali nel campo del cinema, in questo caso nel panorama francese. Questa volta nel mirino finisce Philippe Garrel, apparendo in un’inchiesta di Mediapart, sito d’inchiesta che ha più di tutti lavorato al #MeToo nel settore.

Sono ben cinque le attrici che accusano il regista di aver fatto avance durante dei provini. Anna Mouglalis, che è stata diretta da Garrel ne La jalousie dieci anni fa, ha raccontato che un anno dopo, nel 2014, durante una sessione di preparazione di un altro film organizzata a casa della Mouglalis, si sarebbe sdraiato nel suo letto, chiedendole di sdraiarsi accanto a lui. “Avevo avuto un mancamento e ho sentito il bisogno di coricarmi” così si è difeso Garrel davanti a Mediapart.

Una attrice in primo piano è corrucciata mentre un attore dietro fuma
Immagine Youtube | @SBSFilmsProductions – Spraynews.it

Altre attrici accusano addirittura l’uomo di ricatto sessuale per ottenere una parte, quindi di essere state ripetutamente invitate in hotel da lui. “Non posso fare il film se non vado a letto con te”, avrebbe detto Garrel all’attrice Marie Vialle prima del 2000, quasi trent’anni fa. Ed è proprio a causa della prescrizione di molti fatti, nessuna delle attrici intervistate ha voluto sporgere denuncia.

“Mi sono rimesso in discussione”

Leggendo tutte queste testimonianze, mi rendo conto della differenza tra ciò che immaginavo all’epoca e ciò che ho fatto passare loro” ha commentato poi il regista accusato con Mediapart. “Ho acquisito nuova consapevolezza sulla cultura che mi ha plasmato – ha aggiunto – e mi sono rimesso in discussione”.

Il nuovo film del regista 75enne, ricompensato alla Mostra di Venezia già ben due volte nel corso della sua carriera, sia nell’edizione 1991 che in quella del 2005, esce nelle sale francesi tra due settimane.

Parliamo di Le grand chariot, la pellicola che è stata presentata all’ultimo festival di Berlino. Nel cast anche due suoi figli: l’attore e regista Louis Garrel, molto vicino al cinema italiano, e Lena Garrel.

La petizione sulla “cultura dello stupro”

Quest’ultima, in tema con le accuse rivolte al padre, ha firmato qualche giorno fa una petizione su Libération criticando la ‘cultura dello stupro’ ancora presente nei festival del settore. Il testo, promosso dal sindacato degli artisti-interpreti, ha nel mirino anche la corrente Mostra di Venezia.

Le firmatarie e i firmatari della petizione rispondono alla presentazione degli invitati più controversi operata dal direttore del festival del cinema della Serenissima, Alberto Barbera, dicendo: “La selezione di film di Woody Allen, Roman Polanski e Luc Besson, tutti e tre accusati di violenza sessuale, è un ulteriore affronto alle vittime”.

La difensiva del direttore della Mostra di Venezia

In un’intervista al quotidiano francese Le Monde, Barbera ha rivendicato le sue scelte: “Difendo la giustizia, non la persecuzione”, ricordando che le denunce contro Besson sono state archiviate, Allen “è stato assolto due volte” e “Polanski ha chiesto scusa alla vittima, che lei ha accettato”.

Non si può evitare di fare una distinzione tra l’uomo e l’artista – ha proseguito il direttore della Mostra di Venezia. “La storia dell’arte è piena di molestatori, anche criminali: dobbiamo smettere di ammirare i quadri di Caravaggio?”. Allo stesso modo, egli sostiene: “Tra qualche decennio continueremo ad ammirare i film di Polanski”.

Il movimento ostacola anche Cannes e ci riesce

La petizione di attrici pubblicata su Libération critica anche l’invito a Cannes dell’attore Johnny Depp. “L’archiviazione di un caso non è un’assoluzione” ricordano i firmatari nel testo. “Ricordiamo che solo il 13% delle persone che dicono di essere state violentate presenta una denuncia e che meno dell’1% degli stupri viene condannato”.

Secondo le promotrici della petizione la separazione tra l’uomo e l’artista è un “imbroglio intellettuale” usato “per mantenere l’impunità degli aggressori”.

Il #MeToo sta sconvolgendo equilibri di potere nel cinema francese e anche le modalità di lavoro. Ad esempio, a causa delle numerose accuse, il più grande attore d’Oltralpe Gérard Depardieu ormai fatica a trovare ruoli in film, mentre l’ultimo film di Polanski, The palace, con Mickey Rourke e Fanny Ardant, non ha ancora trovato un distributore in Francia.

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