Essere pigri non è solo una questione di carattere: secondo uno studio tutto dipende dai geni

La pigrizia dipende dai geni: è questo il risultato di uno studio che ha fatto capire come il tutto non dipenda solo dal proprio carattere.

Quante volte vi sarà capitato di sentirvi dire o di pensare che il vostro carattere sia davvero tanto pigro? Ebbene, da oggi è importante sapere che il tutto non dipende solo dal modo in cui siamo ma anche dai geni che ci portiamo dentro e che abbiamo ereditato dalla nostra famiglia.

Ad averlo confermato, è stato uno studio condotto presso il National Institute of Mental Health di Washington, che ha appunto sottolineato come ci sia una vera e propria disposizione genetica alla pigrizia. Questo, però, non deve fare pensare che il tutto sia completamente determinata dal nostro patrimonio genetico, sia chiaro!

Quello che appare sotto gli occhi di tutti è che la genetica può influenzare quelle che di base sono le nostre inclinazioni e magari ampliarle, permettendo di dare un ruolo ancora più significativo alla formazione della nostra vita e del nostro comportamento. Ma entriamo ancora di più nel particolare.

Pigrizia e patrimonio genetico: anche quello forma il nostro carattere

Insomma non ci sono dubbi in merito alla questione, la pigrizia – per quanto insita nel nostro organismo – dipende anche dai nostri geni che ci vengono trasmessi in eredità e che riescono a formare il nostro carattere e il nostro modo di vivere.

pigrizia genetica
Che relazione c’è tra la pigrizia e la genetica (spraynews.it)

Il neuropsicologo Barry Richmond, responsabile della ricerca, ha infatti scoperto che il gene D2 svolge un ruolo chiave nella regolazione dell’area del cervello responsabile del piacere e della soddisfazione legati al lavoro: “Questo gene controlla la produzione dei recettori della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nella percezione del piacere. Bloccandolo, i ricercatori hanno interrotto il circuito tra il lavoro e la ricompensa, rendendo gli animali dell’esperimento lavoratori instancabili ma anche patologicamente ossessionati dal compito”.

Per quello che invece riguarda gli adolescenti, che molto spesso vengono accusati di pigrizia cronica, le cose sono ancora più complesse. Infatti, sempre questi studi fanno capire come il cervello dei giovani a quell’età non è ancora maturo e quindi in linea di massima può influenzare la motivazione e tutto il resto.

E non finisce qua. Secondo un altro studio portato avanti dal professor Theodore Garland Jr. dell’Università della California, è stato dimostrato come la predisposizione alla pigrizia può essere ereditata prendendo come spunto i topi: “Attraverso incroci selettivi, è stato possibile creare un ceppo quasi puro di topi pigri o attivi. Questo dimostra che tali caratteristiche possono essere trasmesse geneticamente”.

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