Lo SPID è un pericolo per tutti: cosa è emerso dall’inchiesta

Notizie preoccupanti per chiunque utilizzi uno SPID, riserva delle spiacevoli sorprese. Ecco a cosa prestare attenzione.

Spid è un acronimo che sta per Sistema pubblico di identità digitale, una forma di identificazione nel mondo digitale che serve a garantire l’identità e i dati personali, per accedere a servizi, prestazioni e misure fornite dalla Pubblica Amministrazione, ma anche da privati ai cittadini.

Insomma un’identità digitale unica che serve essenzialmente a semplificare i rapporti tra cittadini e imprese da un lato e amministrazioni dall’altro, con la garanzia della tutela e della riservatezza di informazioni e dati. Eppure questo sistema appare non del tutto sicuro e stanno emergendo una serie di preoccupanti falle nel sistema con ripercussioni e pericoli da non sottovalutare, considerando che lo Spid è ormai richiesto in innumerevoli occasioni.

I problemi emersi con lo Spid

Dall’inchiesta presentata da Report nelle scorse serate sono emerse delle preoccupanti notizie per quanto riguarda la sicurezza del Sistema pubblico di identità digitale. Sono emerse diverse vulnerabilità che lasciano perplessi gli utilizzatori dello Spid. Appare infatti possibile crearsi una seconda identità digitale, anche se si possiede già uno Spid.

Quindi proprio per le falle del Sistema pubblico si può avere un doppio account, cosa sulla carta non possibile, se l’identità deve essere unica. Del problema si sta interessando anche la Procura della Repubblica di Trieste, che sta indagando su eventuali problemi legati al bonus da 500 euro erogato dal Governo mediante l’applicazione app18.

spid rischi
Cosa hanno rivelato le ultime scoperte sullo SPID: i rischi (spraynews.it)

Questo bonus pensato per i giovani neomaggiorenni, noto anche come bonus cultura, consente l’acquisto di libri, biglietti per il cinema, eventi culturali, mostre, concerti, parchi e così via sia tramite negozio virtuale che punto di vendita fisico. Per la richiesta del bonus è necessario accedere al portale app18 ed essere in possesso di uno Spid o di una Carta di identità digitale. La procura di Trieste ha però individuato furti per oltre 300mila euro.

I giornalisti di Report hanno dimostrato che è possibile ottenere uno Spid fittizio, accedendo ai fondi previsti per il bonus cultura. Ma non solo, è possibile anche entrare in contatto con i dati riservati degli utenti, sfruttando ben poche informazioni attendibili e molte informazioni falsificate. Quello che emerge è la preoccupante facilità con cui si superano le protezioni del sistema che dovrebbero garantire la protezione.

Anche l’Agid (Agenzia italiana per il digitale) sta intervenendo per verificare come sia possibile superare i controlli dei provider con l’estrema facilità emersa  dall’inchiesta giornalistica. Si parla quindi di un duro colpo al Sistema digitale pubblico, ci saranno certamente delle conseguenze.

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