Perché in questo Paese la corrente è gratis per tutti i cittadini? Intanto molti ci si stanno trasferendo

La corrente non costa cara in tutti i paesi europei. Se in Italia il costo dell’energia sale, ci sono Paesi che non la pagano. Ecco dove e perché.

In Italia abbiamo sentito parlare molto spesso di caro-energia. I costi della corrente, negli ultimi anni, sono saliti alle stelle e gli italiani stanno mostrando parecchie difficoltà per pagare la luce. Solo nel 2023 l’aumento è stato del 7,3%, raggiungendo il costo di 1.150 euro a famiglia.

Il mese di settembre è quello in cui gli italiani devono prepararsi ai rincari di luce e gas, con nuove stangate in bolletta. Questo boom del valore dell’energia arriverà fino al 10% e il Governo Meloni sta studiando un modo per poter fermare questo continuo aumento della corrente. Ma cosa accade negli altri Paesi? La luce è cara come in Italia?

In un Paese europeo la corrente è gratis per tutti: le differenze con l’Italia

La risposta è no, perché ci sono Paesi dove l’accesso all’energia elettrica è molto più semplice, anche se i rincari – anche a causa della guerra in Ucraina e dell’inflazione – ha coinvolto la maggior parte dei paesi. L’Italia, tuttavia, è quella che ha speso di più per l’energia elettrica. Alcune nazioni addirittura arrivano a non pagare la luce, grazie a un sistema che nel nostro Paese sarebbe utopico, per la diversa morfologia dell’ambiente.

In Norvegia la luce è gratis, ecco perché (spraynews.it)

Secondo quanto riportato da Europower, a Oslo e Bergen, le due città norvegesi, l’elettricità non si paga per almeno un giorno, a causa delle abbondanti piogge. Questo sarebbe impensabile in Italia, ma in Norvegia ha una spiegazione molto semplice: l’elettricità proviene da fonti idroelettriche e di conseguenza il costo dei Kwh è strettamente legato alle piogge. Quando piove o nevica abbondantemente, i bacini idrici nel Paese si riempiono e il costo dell’elettricità diminuisce.

Ad esempio, la tempesta Hans, che ha colpito la Scandinavia ad agosto, ha consentito di accumulare risorse significative, facendo scendere il costo dell’energia. Una stazione del Sud del Paese, ha registrato 392,7 millimetri di pioggia ad agosto, il che equivale a 257% in più rispetto alla media stagionale. Questo ha portato a un risultato sorprendente: il prezzo spot per Kwh, al netto di tasse e oneri di rete, potrebbe persino diventare negativo, oscillando tra 0 e -0,3 corone (0,03 centesimi di euro) a Oslo e Bergen, la seconda città più grande della Norvegia.

Ma qual è il motivo per cui le aziende del settore energetico optano per la vendita di energia a prezzi negativi? Come riportato da sito Europower, i produttori di elettricità hanno spiegato in passato che è più vantaggioso continuare a produrre quando i prezzi sono leggermente negativi, piuttosto che intraprendere azioni per fermare la produzione. Questa decisione può essere giustificata dal fatto che fermarla potrebbe comportare costi aggiuntivi o interruzioni nelle operazioni, mentre produrre a prezzi negativi, consente comunque di coprire almeno una parte di costi operativi.

E’ importante notare che questa situazione è un riflesso delle circostante particolari della Norvegia, dove l’energia è prodotta da fonti idroelettriche e il prezzo è influenzato dalle precipitazioni. Questo paese, inoltre, ha una situazione climatica e un mercato diverso dall’Italia e una popolazione minore (meno di 5,5 milioni di abitanti). Nonostante le minori dimensioni, comunque, vanta una leadership nel mercato dell’elettrico (auto comprese), grazie al prezzo conveniente dell’energia. Ad esempio, solo ad agosto in Norvegia ne sono state vendute 9.250, mentre in Italia soltanto 4.081. Questo fa capire la differenza tra i due paesi nell’accesso all’energia elettrica.

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