Perché non si usa più il Borotalco? Il motivo dello stop alla vendita

La domanda posta online di recente ha scatenato un boom di indagini alimentate dalla crescente curiosità delle persone: perché non si usa più il Borotalco? Ebbene, forniamo una spiegazione. 

L’interesse mediatico che negli ultimi tempi è cresciuto intorno al Borotalco, ha portato alla formulazione dell’ipotesi del suo essere nocivo per la salute della persona. Proprio per questo, il calo delle vendite negli anni è stato notevole. Andiamo più a fondo nei dettagli di questa vicenda e capiamo tutto quello che è emerso sul caso Johnson & Johnson.

Ricordiamo, innanzitutto, che il borotalco, chiamato anche solo semplicemente talco, fu un prodotto estremamente utilizzato nel corso dei decenni passati. A partire dal 2006, tuttavia, è finito al centro delle accuse: l’IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha classificato le polveri per il corpo a base di talco potenzialmente cancerogene. In seguito, altre ricerche hanno ipotizzato delle correlazioni tra l’uso del talco e dei tumori alla pelle.

Borotalco, la verità sul perché non si usa più

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La verità sul caso Borotalco (Spraynews.it)

Gli esperti della comunità scientifica non hanno voluto prendere una reale posizione in merito. Proprio per questo, il talco è comunque rimasto in commercio. Nell’incertezza, ha vissuto un drastico calo delle vendite: tantissimi consumatori hanno cambiato le loro abitudini abolendolo dalla propria routine, dal consueto utilizzo prima della depilazione, contro il sudore o a posto dello shampoo secco.

La polvere bianca molto sottile che lo caratterizza, dall’aspetto setoso e piacevole al tatto, è stata un cosmetico molto diffuso e prodotto da diversi brand. Al giorno d’oggi viene considerata nociva secondo l’accusa che prevede la presenza di sostanze dannose per l’organismo. Entrando più nel dettaglio, l’IARC ha osservato come le probabilità di sviluppare un tumore alle ovaie sia superiore nelle donne che utilizzano abitualmente il talco nella zona perineale.

La stessa Agenzia, che fa capo all’OMS, ha tuttavia chiarito che le prove che sostengono questa accusa sono limitate, dunque il legame tra il minerale e lo sviluppo di un tumore ovarico, alla pelle o ai polmoni, è incerto. Ulteriori studi più recenti smentiscono del tutto la teoria, ma l’IARC classifica il talco come sostanza contaminata da amianto, dunque pericolosa. Va chiarito, a tal proposito, che il rischio viene dall’esposizione o dal contatto con l’amianto, non con il talco.

Infatti, nel 2016, l’azienda americana Johnson & Johnson ha dovuto risarcire di 417 milioni di dollari la famiglia di una donna morta per cancro ovarico perché sulla confezione del talco che utilizzava abitualmente non era riportata la dicitura “potenzialmente cancerogeno”. Con il susseguirsi di accuse da parte di donne affette da patologie simili, l’azienda ha scelto di pagare 6475 miliardi di dollari per patteggiare. La J&J ha continuato sempre a ribadire che i suoi prodotti non contengono amianto e che non esiste correlazione con tali patologie. Nonostante questo, nel 2020 ha smesso di vendere il talco nel Nord America e nel 2023 nel resto del mondo. Al momento, è disponibile in commercio una formula a base di amido di mais.

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